«Ci siamo tuffati e abbiamo soccorso nonna e ragazza»
Gli “eroi per caso” raccontano i drammatici istanti: «L’uomo bloccato dalle cinture, difficile tagliarle»
LUCO DEI MARSI. «Come si fa a dimenticare una mattinata come questa?». Giuseppe Cordovani, operaio alla Siapra di Avezzano, vive in una casa a una decina di metri dall’incrocio dell’incidente. È stato il primo a buttarsi nelle gelide acque del canale. Uno dei cinque “eroi per caso”.
«Mi trovavo sul cancello di casa» racconta, ancora sconvolto dall’accaduto «ho praticamente visto tutto quello che è successo. Le due auto si sono scontrate e la Y10 è finita dritta nell’acqua. Che dovevo fare? Non ci ho pensato un istante. Ho preso un martello e sono sceso nell’acqua. La vettura affondava lentamente, almeno così mi è parso. Le portiere non si aprivano, così con il martello ho rotto i finestrini laterali. Sono arrivate altre persone ad aiutarmi. Fra queste anche una donna, Patrizia Sanità. La ragazza ferita si trovava sul sedile di guida e l’abbiamo fatta uscire dal finestrino. Dietro, sdraiata, c’era l’anziana. Anche lei è stata fatta uscire dal finestrino. Il lato del passeggero, dove si trovava l’uomo, era già pieno d’acqua. Alta circa un metro e mezzo. Non ho fatto niente di eccezionale, chiunque al mio posto avrebbe fatto altrettanto. Abbiamo sicuramente evitato che la tragedia assumesse dimensioni ben più pesanti».
Fra i soccorritori anche Gianfranco Roselli, di Casali d’Aschi, frazione di Gioia dei Marsi.
«Abbiamo cercato di tagliare la cintura di sicurezza che teneva l’uomo, ma non è stata un’operazione semplice» sottolinea Roselli.
Altri due “eroi per caso” sono i fratelli Paride e Agostino Zenobi, di Luco dei Marsi. «Stavamo andando a lavorare nel Fucino sul nostro trattore» ricorda Paride «l’incidente era successo da poco. Ci siamo buttati in mezzo all’acqua per cercare di aiutare queste persone intrappolate nell’auto. Il signore che è affogato aveva la cintura di sicurezza messa e c’è voluto del tempo prima che riuscissimo a tagliarla con un coltello. La macchina era sommersa. L’uomo era già morto, abbiamo provato a rianimarlo, ma non dava alcun segno di vita. La moglie aveva una ferita in testa e perdeva sangue. Siamo riusciti a portarla a riva. Così come abbiamo portato in salvo la ragazza. Le due donne erano sotto choc. Si sono fermati altri automobilisti e una donna che abita qui vicino ha portato delle coperte per coprire le ferite».
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