Ciarelli: hanno sparato a tuo figlio
Omicidio Cagnetta, un parente del presunto assassino avvertì il papà della vittima
PESCARA. «Ti devo dare una brutta notizia: una cosa molto brutta, tuo figlio... gli hanno dato un colpo di pistola qua». Sarebbe stato Vincenzo Ciarelli, parente di Angelo, figura di riferimento del clan, ad andare a bussare la sera del 2 luglio a casa Cagnetta per avvertire la famiglia della morte di Tommaso, l’uomo di 42 anni che sarebbe stato ucciso alle 18.45 in via Tavo e per cui è finito in galera il rom Angelo Ciarelli.
Ciarelli e Cagnetta: due famiglie che, secondo gli investigatori, non avrebbero forti legami se non quelli di vicinato, della frequentazione del quartiere Rancitelli. Eppure, in una memoria depositata al pm Valentina D’Agostino da parte dagli avvocati della famiglia Cagnetta, Cristiana Valentini e Giulio Michele Lazzaro, sarebbe stato proprio un Ciarelli, dopo il delitto, ad andare a porgere le condoglianze a Michele Cagnetta, papà di Tommaso, spiegandogli cos’era accaduto poco tempo prima. Quando Ciarelli bussa alla porta di casa, Cagnetta si affaccia alla finestra e lo riconosce. «Ti devo dare una brutta notizia», dice Ciarelli al papà di Tommaso, «tuo figlio, gli hanno dato un colpo di pistola qua», fa Ciarelli indicando il punto con un gesto. A sparare, secondo l’accusa, sarebbe stato Angelo Ciarelli, fratello maggiore di Massimo, il 28enne in galera dal 5 maggio scorso perché accusato di aver ucciso l’ultrà Domenico Rigante. «Sono venuto a dirlo per educazione», avrebbe aggiunto Vincenzo Ciarelli rivolgendosi al papà di Tommaso Cagnetta, una maniera per porgere le condoglianze alla famiglia prima di andare via. Saranno sentiti a breve dalla squadra Mobile di Pierfrancesco Muriana, che guida le indagini dell’omicidio, sia Michele Cagnetta che Vincenzo Ciarelli per raccogliere le loro testimonianze e verificare cosa accade tra le due famiglie la sera in cui è morto Tommaso Cagnetta. Secondo la ricostruzione, quel giorno una coppia di tossicodipendenti di Francavilla arriva a bordo di una Clio al Ferro di cavallo. Lui resta in auto, lei scende e va ad acquistare a casa di una zingara un grammo di cocaina. Ma la cliente commette l’errore di darle 70 euro, e non gli 80 richiesti, prima di allontanarsi frettolosamente mentre la spacciatrice la insegue per le scale chiedendo rinforzi agli uomini che stazionano in strada.
L’auto viene accerchiata da almeno sei rom e, tra loro, dice l’accusa c’è Angelo che all’improvviso, proprio mentre Cagnetta si sta avvicinando dal lato opposto, aggira da dietro l’auto, tira fuori la pistola e spara. Un colpo solo che ferisce al fianco sinistro Tommaso Cagnetta: l’uomo viene portato in ospedale dove, a distanza di mezz’ora, muore.
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