Cimiteri, servizi a peso d’oro il Comune contesta le tariffe

L’assessore Del Trecco chiede spiegazioni alla Fidia: tumulazioni ed estumulazioni troppo costose La società replica: sono le tariffe concordate con la precedente amministrazione sei anni fa

PESCARA. L’amministrazione comunale vuole vederci chiaro sulla conduzione dei due cimiteri di Pescara, ai Colli e a San Silvestro. Troppe sono state le segnalazioni giunte in questi ultimi mesi al Comune sui costi troppo elevati a carico dei cittadini che devono tumulare o estumulare le salme dei loro familiari.

L’ultima denuncia è arrivata da una cittadina che si è vista richiedere dalla Fidia, la società cui è stata affidata la gestione dei due cimiteri, 1.200 euro per mantenere per altri cinque anni, nello stesso cimitero, le salme del padre e del fratello, perché dopo trent’anni non possono essere ancora estumulate, in quanto non ancora mineralizzate.

Una cifra ritenuta eccessiva dall’ente, al punto da far scattare un’indagine. L’assessore Isabella Del Trecco ha preso carta e penna e ha scritto una lettera alla società per chiedere chiarimenti. Sotto accusa è la società cui l’ex sindaco D’alfonso ha affidato sei anni fa la gestione dei due cimiteri con un appalto trentennale.

Ora l’attuale amministrazione sostiene che qualcosa non va. «La gestione dei due cimiteri», dice l’assessore, «richiede un momento di chiarezza in merito ai costi a carico dei cittadini. Tumulazioni ritenute troppo costose, estumulazioni altrettanto onerose, che vedono addirittura raddoppiare i costi se, scaduti i trent’anni, i corpi non si sono ancora mineralizzati e quindi richiedono un ulteriore periodo di sepoltura, il tutto dinanzi a familiari evidentemente traumatizzati». Tutto parte da una comunicazione della Fidia, inviata il 27 dicembre scorso al Comune, per annunciare l’avvio delle procedure per l’estumulazione delle salme dai loculari con concessioni trentennali scadute. Contemporaneamente, sono state spedite delle lettere ai familiari degli estinti, concessionari dei loculi scaduti o in scadenza entro il 31 dicembre, per invitarle e a prendere contatti con il custode del cimitero o con gli uffici della Fidia per la sistemazione dei resti. «In assenza di un riscontro», sostiene la Del Trecco, «la Fidia avrebbe comunque eseguito l’estumulazione». Questa operazione avrebbe riguardato 647 loculi scaduti, da recuperare per mettere a disposzione di altri cittadini.

Nell’elenco c’è anche la cittadina che ha scritto una lettera accorata al Comune per far presente il suo caso e, soprattutto, l’ulteriore spesa che avrebbe dovuto affrontare per l’inumazione delle salme del padre e del fratello non ancora mineralizzate. Proprio questo caso ha convinto l’assessore ad intervenire.

«Si rende necessario un approfondimento del caso», fa presente, «ma soprattutto della politica aziendale applicata dalla società che gestisce i cimiteri. Politica aziendale che necessita di un chiarimento a livello istituzionale, con una rilettura delle regole e delle norme pattuite nel contratto di appalto e un approfondimento delle cifre fissate all’epoca per la concessione dei vari spazi per la sepoltura. Mi sembra alquanto originale chiedere a un cittadino di sborsare 1.700 euro per l’estumulazione della salma di un proprio caro e per la sua risepoltura nel caso in cui il corpo non si sia mineralizzato. Il cittadino si ritrova così a pagare un secondo funerale per il proprio familiare».

Ma la società respinge al mittente queste insinuazioni. «Noi applichiamo le tariffe che abbiamo concordato con il Comune sei anni fa», rivela Raffaele Alfonsi della Fidia, «l’estumulazione delle salme avviene alla scadenza della concesione, che è trentennale per i loculi e decennale per le sepolture sotto terra. Se la salma non è mineralizzata, si deve procedere all’inumazione per cinque anni. Lo stabilisce il Decreto presidenziale 285, del 1990». E l’inumazione, cioè la sepoltura a terra, comporta dei costi a carico dei familiari. «La spesa non è superiore a 240 euro», avverte Alfonsi, «l’importo di 1.200 euro, indicato dalla cittadina che ha scritto al Comune, è probabilmente riferito all’inumazione di quattro salme. In passato, abbiamo fatto anche delle rateazioni per le famiglie meno abbienti».

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