Città San’Angelo: "Turni massacranti e straordinari", sciopero a Mondo Convenienza
Esplode la protesta di trenta dipendenti: astensione dal lavoro domenicale indetta dalla Filcams Cisl: "Stop per le infrazioni contrattuali di cui si rende responsabile l'azienda"
CITTA’ SANT’ANGELO. Nell'area dei centri commerciali di Città Sant'Angelo si addensano nubi sempre più nere, per i lavoratori. Oltre alla notizia dei 12 licenziamenti che Brico center Italia attuerà tra due giorni nel suo punto vendita, emerge in queste ore il profondo malessere che accompagna gli addetti di «Mondo convenienza», sempre nel centro angolano. Malessere che oggi esploderà direttamente davanti ai locali del punto vendita di mobili, considerato che i dipendenti, una trentina in tutto, sono in sciopero per l'intera giornata e parteciperanno a un sit in dalle 9.30 in poi.
La decisione di fermarsi e di manifestare è stata assunta nel corso di un’assemblea che si è svolta all'inizio della settimana con Davide Frigelli, Filcams Cisl, unica sigla sindacale presente all'interno di «Mondo convenienza», impegnato proprio in questi giorni a seguire le vicende anche di altri centri commerciali della zona.
Con lo stop di oggi parte una denuncia pubblica in merito a quelle che vengono definite «infrazioni contrattuali di cui si rende responsabile l'azienda», spiega Frigelli. «Ai lavoratori» prosegue «vengono imposti straordinari che poi non vengono remunerati ma si procede con il recupero delle ore. I turni, spesso massacranti, sono spezzati e vengono comunicati sovente in ritardo» aggiunge il sindacalista «e le domeniche vengono considerate come giorni normali, per cui ci si trova a lavorare anche tutte le domeniche all'interno di un anno, e questo accade pure alle mamme affidatarie di bambini sotto i tre anni, che invece dovrebbero stare a casa».
Il rappresentante della Cisl Fisascat fa riferimento a un caso specifico di cui si è occupato sempre per «Mondo Convenienza», ed è quello "del trasferimento a Colonnella di una donna, madre di un bimbo che ha appena compiuto un anno. E su questo, aggiunge Frigelli, aspettiamo il pronunciamento del giudice». Se si è arrivati allo sciopero è perché tutti gli altri strumenti sono apparsi inutili. «Abbiamo provato con il dialogo», dice il sindacalista, «e con la convocazione all'ufficio provinciale del lavoro, ma non è servito a niente. Per di più l'azienda ha rifiutato la contrattazione di secondo livello, il che vuol dire respingere tutto ciò che potrebbe consentire condizioni migliorative per i lavoratori. Abbiamo ricevuto una serie di no, anche su riposi e buoni pasto».
Di qui la decisione di dire basta e scendere in piazza. «Mi auguro» chiude Frigelli «che dopo lo sciopero qualcuno prenda coscienza che questi lavoratori hanno diritto a una vita meno disagiata. Ciò che chiedono è solo questo: qualità della vita, ben sapendo che la grande distribuzione soffre, in questa zona come altrove».
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