RESTA IL MISTERO
Città Sant'Angelo: donna carbonizzata, la risposta dal Dna
Sempre più probabile che l’intestataria dell’auto distrutta dal rogo sia la vittima stessa. Ma non è certo che sia suicidio
CITTA’ SANT’ANGELO. Gli ultimi gesti: aiutare di prima mattina il figlio di 14 anni a prepararsi per andare in gita scolastica e salutare il piccolo di sette anni mentre usciva con il papà intorno alle dieci, perché mercoledì mattina le scuole a Città Sant’Angelo erano chiuse per la rottura di una condotta dell’acqua. Sono gli ultimi segni di vita che ha lasciato la donna intestataria della Panda divorata dalle fiamme in una stradina sterrata lungo Fonte Coppa due giorni fa. La macchina in cui ha perso la vita una persona che molto probabilmente è proprio lei, la 35enne intestataria di quella Panda che da quella mattina non è più tornata a casa. Ne sono quasi certi i carabinieri della compagnia di Montesilvano coordinati dal capitano Vincenzo Falce che aspettano comunque la comparazione del Dna per dire senza ombra di dubbio che la persona morta in quel rogo tremendo sia proprio la proprietaria dell’auto, una mamma di 35 anni di Città Sant’Angelo che lavorava in un’impresa di pulizie e che da quegli ultimi gesti, mercoledì mattina, non è stata più vista o sentita da nessuno che la conosceva.
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