Civitella Casanova, cani affamati e abbandonati: al processo parla l’accusatore
Maltrattamento di animali, prima udienza nel tribunale di Pescara sulla vicenda del rifugio convenzionato con i Comuni dell'area vestina
CIVITELLA CASANOVA. Aperto il processo al tribunale di Pescara per fare chiarezza sulle denunce a carico del canile di Civitella Casanova per abbandono di animali.
E subito è stato ascoltato dal giudice il principale teste d’accusa, Gabriele Bettoschi, della Tutela diritti animali, che nel settembre 2015 aveva presentato un esposto corredato da fotografie per denunciare le pessime condizioni in cui gli animali erano tenuti nel ricovero.
Il canile è una struttura privata convenzionata con diversi comuni dell’area vestina e con quello di Città Sant’Angelo. È autorizzato ad ospitare fino a 150 cani, anche se da tempo ne ospita mediamente soltanto una quarantina. Le segnalazioni sul canile si sono susseguite nel corso degli anni, fino al decisivo intervento della guardia forestale con il supporto tecnico fornito dall’istituto zooprofilattico “Caporale” di Teramo che ha portato alle denunce. «Cani rinchiusi in box privi di protezione alle intemperie invernali o al sole cocente. Cibo buttato in mezzo agli escrementi. Acqua a disposizione scarsa e putrida. Cani visibilmente malati e con forti segni di trascuratezza e mancanza di contatto fisico e quindi difficilmente adottabili, questo e da anni lo spettacolo che offre il canile», ha detto Bettoschi. Che ha aggiunto alzando il tiro: «Siccome le irregolarità strutturali e gestionali che provocano gravi sofferenze ai cani ospitati sono presenti da numerosi anni, appare incomprensibile», secondo il testimone dell’accusa, «che siano state rilasciate una serie di autorizzazioni alla struttura».
Al riguardo l’animalista nella sua denuncia, aveva esplicitamente chiesto che venissero accertate anche le modalità di controllo effettuati dal Servizio veterinario Asl e dal Comune. Cristina Feriozzi e Carmelita Bellini, dell’associazione Protezione animali Dog Village, si dicono soddisfatte dell’esito delle indagini, partite dalla reclusione del cane Bella di Civitella Casanova, che aveva avuto anche spazio sulle cronaca nazionali per aver rischiato di morire, e auspicano più severi controlli anche da parte dei Comuni che stipulano convenzioni con strutture private al fine anche di verificare le condizioni in cui vengono detenuti i cani».
E subito è stato ascoltato dal giudice il principale teste d’accusa, Gabriele Bettoschi, della Tutela diritti animali, che nel settembre 2015 aveva presentato un esposto corredato da fotografie per denunciare le pessime condizioni in cui gli animali erano tenuti nel ricovero.
Il canile è una struttura privata convenzionata con diversi comuni dell’area vestina e con quello di Città Sant’Angelo. È autorizzato ad ospitare fino a 150 cani, anche se da tempo ne ospita mediamente soltanto una quarantina. Le segnalazioni sul canile si sono susseguite nel corso degli anni, fino al decisivo intervento della guardia forestale con il supporto tecnico fornito dall’istituto zooprofilattico “Caporale” di Teramo che ha portato alle denunce. «Cani rinchiusi in box privi di protezione alle intemperie invernali o al sole cocente. Cibo buttato in mezzo agli escrementi. Acqua a disposizione scarsa e putrida. Cani visibilmente malati e con forti segni di trascuratezza e mancanza di contatto fisico e quindi difficilmente adottabili, questo e da anni lo spettacolo che offre il canile», ha detto Bettoschi. Che ha aggiunto alzando il tiro: «Siccome le irregolarità strutturali e gestionali che provocano gravi sofferenze ai cani ospitati sono presenti da numerosi anni, appare incomprensibile», secondo il testimone dell’accusa, «che siano state rilasciate una serie di autorizzazioni alla struttura».
Al riguardo l’animalista nella sua denuncia, aveva esplicitamente chiesto che venissero accertate anche le modalità di controllo effettuati dal Servizio veterinario Asl e dal Comune. Cristina Feriozzi e Carmelita Bellini, dell’associazione Protezione animali Dog Village, si dicono soddisfatte dell’esito delle indagini, partite dalla reclusione del cane Bella di Civitella Casanova, che aveva avuto anche spazio sulle cronaca nazionali per aver rischiato di morire, e auspicano più severi controlli anche da parte dei Comuni che stipulano convenzioni con strutture private al fine anche di verificare le condizioni in cui vengono detenuti i cani».