COALIZIONE AMPIA DI RIFORMISTI
Il risultato del referendum e la proposta del Pd di ripescare il vecchio Mattarellum ha aperto nei partiti e tra i partiti una discussione sul sistema elettorale da adottare e le alleanze in vista delle prossime elezioni. Dopo l’intervento del deputato Gianni Melilla (Si) che ha aperto il dibattito, ecco l’intervento del presidente della Regione Abruzzo
Saluto con interesse sincero il ragionamento che Gianni Melilla ha voluto sottoporre alla nostra attenzione. Quale che fosse il risultato del referendum del 4 dicembre, la classe dirigente responsabile del Paese avrebbe dovuto in ogni caso operare per riunire e ricucire. La mia convinzione è che il referendum rappresenti un'occasione mancata per il Paese, ma non possiamo che prendere atto dell'espressione della volontà popolare e riflettere sulle ragioni del risultato. Sono altresì convinto che i mille giorni del Governo Renzi saranno ricordati come una stagione straordinaria e irripetibile di riformismo concretamente operoso e realizzativo, che ha prodotto benefici importanti anche per la nostra regione.
Il Masterplan resta un'eredità impegnativa, una sfida che l'Abruzzo deve raccogliere fattivamente traducendola in opportunità di crescita economica e occupazionale attraverso l'impiego trasparente ed efficiente delle risorse condensate nei 77 progetti di rilancio economico, risanamento ambientale, modernizzazione della dotazione infrastrutturale e valorizzazione delle risorse culturali e turistiche.
L'Abruzzo nel primo semestre 2016 è tornato a toccare i 500mila occupati, con un aumento di 28mila opportunità di lavoro rispetto al 2015, trainato soprattutto delle assunzioni stabili, frutto in primo luogo delle politiche messe in atto dalla compagine guidata da Matteo Renzi.
Non penso che il risultato del referendum abbia archiviato questo nuovo riformismo, di cui il Paese avrà ancora bisogno, ma senz'altro apre una nuova fase che deve essere letta con intelligenza.
Non c'è dubbio che nell'onda di sfiducia verso la politica, che è sostrato di quel 60 per cento di No, vi sia la manifestazione di un malessere profondo, di una difficoltà sociale che dopo sette anni di crisi permane, soprattutto tra i giovani, nonostante le azioni positive intraprese dal Governo.
Qual è stato il limite finora di questo nuovo riformismo, che gli studiosi un giorno si occuperanno di definire con chiarezza dottrinale? E' stato a mio avviso il non cogliere fino in fondo la dimensione delle sfide drammatiche di una crisi storica della democrazia, minacciata dall'esplodere delle disuguaglianze e dalla prospettiva declinante delle classi medie, non più in grado di garantire un futuro migliore ai propri figli.
Si è conclusa in poche parole la fase dell'autosufficienza, che in Abruzzo non è mai iniziata, poiché in questi 30 mesi abbiamo sempre seguito la via di unire all'intensità operosa - che ci ha consentito di traguardare obiettivi importanti come il Masterplan, l'uscita dal Commissariamento, il salvataggio e il rilancio dell'Aeroporto d'Abruzzo, la messa in cantiere della Fondovalle Sangro - il dialogo sociale e la condivisione delle priorità. Sono profondamente convinto che la sfida della riforma democratica e del contrasto dei populismi non si vinca senza allargare la base sociale del consenso al cambiamento. Questo necessita la pluralità dei punti di vista di un riformismo costruttivo e convergente. Trovo affascinante il contributo di una sinistra esigente che non si sottrae dalla sfida dell'amministrazione concreta, come quella rappresentata dall'ex sindaco Giuliano Pisapia. Così come guardo con fiducia a una tradizione di moderazione riformatrice, sensibile alle esigenze territoriali, rappresentata da personalità come il Ministro Enrico Costa che ho conosciuto nella Conferenza Stato-Regioni.
Avremo ancora bisogno della leadership di Matteo Renzi. E avremo bisogno di una coalizione ampia di riformisti, che veda nei democratici il riferimento centrale e si estenda da Giuliano Pisapia ai moderati che insieme con il Pd governano il Paese. In Abruzzo, a partire dalla coalizione di governo attuale, ci adopereremo in questa direzione, consapevoli che tra 30 mesi saremo giudicati per la bontà del nostro operato.
* Presidente della Regione Abruzzo