TRAGEDIA DELL'AUTOSTRADA
Cocaina e una siringa nell'auto del papà di Ludovica
Può essere la prova che la piccola sia stata sedata da Filippone prima della fine. La sostanza stupefacente (50 grammi) rilevata in un bicchiere di plastica
PESCARA. C’era una siringa usata, nella Bmw X1 che Fausto Filippone ha lasciato accostata sull’autostrada A14 prima di scendere con la figlia e raggiungere a piedi il viadotto di Francavilla da cui l’ha lanciata di sotto. E da dove, domenica 20 maggio, si è buttato anche lui dopo sette ore di trattative con le forze dell’ordine. L’hanno trovata gli investigatori che stanno ricostruendo questa terribile vicenda con particolari che, uno dopo l’altro, non fanno che avvalorare l’ipotesi di un piano di morte premeditato da Filippone e avviato nella tarda mattinata di quella maledetta domenica quando, dalla finestra del terzo piano del suo appartamento di Chieti Scalo ha buttato giù la moglie Marina Angrilli. E secondo l'Ansa, insieme alla siringa è stato trovato un bicchiere di plastica con cinquanta grammi di una polvere biancastra che, ad un prima analisi, è risultata contenere cocaina ma anche una sostanza diversa. Inoltre nella siringa usata erano presenti un paio di gocce di una sostanza da identificare.
A raccontare ulteriori dettagli del piano infernale messo a punto da Filippone saranno dunque le analisi eseguite su quella siringa, finalizzate a individuare eventualmente il tipo di sostanza utilizzata e, nel caso, a confermare ciò che si augurano, e che sostengono dall’inizio, gli zii materni e paterni di Ludovica. E cioè che, conoscendo l’acume e la vitalità della bambina, Ludovica mai e poi mai si sarebbe fatta trascinare dal padre in quella trappola mortale senza opporre la benchè minima resistenza o reazione, come di fatto è stato.
Ad avvalorare questa ipotesi che, se confermata dalle analisi sulla siringa, e soprattutto se ribadita dagli esami tossicologici avviati dal dottor Cristian D’Ovidio dopo i prelievi fatti in sede di autopsia, può almeno dare la consolazione che la bambina non si sia resa conto di nulla e che non abbia sofferto, c’è la testimonianza di un automobilista. Il conducente ha riferito ai poliziotti che domenica 20 maggio ha visto un uomo camminare lungo l’autostrada a passo svelto tenendo per mano una bambina che arrancava, e lo seguiva a stento.
Una testimonianza che entra nell’inchiesta avviata dalla Procura di Chieti e che gira intorno a un unico interrogativo: Filippone poteva essere fermato? E soprattutto, la piccola Ludovica poteva essere salvata? E nel caso, chi e come poteva farlo?
Oltre al momento in cui la povera Marina Angrilli precipita, vengono chiamati i soccorsi e il marito si allontana senza che nessuno lo blocchi, lasciandolo libero di andare a recuperare la figlia rimasta con la zia a Pescara, nella casa di via Punta Penna, c’è un’altra fase da ricostruire e chiarire. E cioè il percorso di 700 metri che Filippone fa da quando lascia la macchina sull’autostrada a quando raggiunge il punto senza rete da dove butta già la povera Ludovica. La testimonianza dell’automobilista ne racconta un flash, e il successivo arrivo della polizia corrisponderebbe al momento in cui Filippone lancia la figlia di sotto. Ma nel frattempo, da quando lascia la macchina, fino a quel secondo omicidio, poteva essere individuato in tempo?
La risposta può arrivare dalle telecamere puntate su quel tratto autostradale, nel caso in cui le immagini dovessero restituire gli ultimi minuti della povera Ludovica che, quasi stordita, si lascia trascinare dal papà ormai fuori di sè fino a quel maledetto viadotto. Senza che nessuno lo fermi. Senza che nessuno la salvi.
LE ANALISI. La Procura della Repubblica di Chieti ha affidato una consulenza sui due reperti (bicchiere e siringa) trovati a bordo dell'auto di Filippone, una Bmw X1, perquisita subito dopo il suicidio dell'uomo. Una secondo consulenza è stata affidata ad un tecnico informatico, Davide Ortolano, per esaminare i telefoni cellulari di Filippone e quella della moglie, Mariana Angrilli. In particolare, il telefono della donna è stato trovato addosso a Filippone, danneggiato dopo il volo dal viadotto.
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