Colpi di pistola in strada, 23enne ferito
Lite tra famiglie iniziata nel pomeriggio finisce nel sangue in serata: sparati diversi proiettili, giovane colpito a una gamba
MONTESILVANO. Una lite tra due famiglie rom. Poi, a distanza di ore, una spedizione punitiva per definire quel diverbio e chiudere la questione a colpi di pistola. Ne sono stati esplosi diversi e uno, calibro 22, è andato a segno, ha raggiunto la gamba di un 23enne. È ancora in corso di ricostruzione, da parte dei carabinieri, l’aggressione di ieri sera a Montesilvano, tra via Mosa e via Senna. La vittima è finita in ospedale, a Pescara, per la ferita riportata alla gamba: lì sono cominciati gli accertamenti mentre a Montesilvano prendevano il via le indagini da parte degli uomini dell’Arma per definire l’accaduto e anche risalire al responsabile.
Il diverbio tra le due famiglie si sarebbe trascinato per ore, da ieri pomeriggio, se non da ieri mattina, per motivi che non si conoscono ma che sarebbero futili. Per riportare la situazione alla normalità c’è stato un primo e massiccio intervento dei carabinieri del posto nel pomeriggio, quando ci sarebbe stato un primo contatto tra le due famiglie. Un tentativo stroncato sul nascere dalle pattuglie. Poi, anziché far scemare la questione, con il passare delle ore la tensione è salita di nuovo, stavolta non con un confronto verbale ma ricorrendo a un’arma da fuoco.
Un gruppetto di persone, pare sei , ha raggiunto il 23enne e la sua famiglia, a casa della suocera, nella zona di via Mosa, e lì è scattata la vendetta. Stavolta è stato lanciato un messaggio incontrovertibile, all’insegna della violenza e dell’intimidazione, a mo di regolamento di conti, dopo quello che era successo nelle ore precedenti. Qualcuno ha sparato non una ma più volte e ha raggiunto il giovane ad una gamba. È scattato l’allarme, sono stati allertati i soccorsi e il 112 e nei minuti successivi il ferito è stato raggiunto e soccorso dall’ambulanza del 118 e poi trasportato in ospedale. Le sue condizioni non erano gravi.
Il lavoro di indagine è in corso, anche attraverso l’ascolto dei testimoni che possono aver visto e sentito e possono spiegare cosa è accaduto e anche perché. Da capire anche se dietro i motivi banali che hanno scatenato il putiferio ci sia altro, tra le due fazioni coinvolte.
«Un fatto sicuramente molto grave», dice il sindaco Ottavio De Martinis che guarda alla zona di via Mosa come una spina nel fianco. In quell’area, dice, è in piedi «una pratica di confisca che si dovrebbe concretizzare. E questo fatto è l’ennesima dimostrazione che la strada intrapresa è quella giusta e spero che si intervenga presto in tal senso».
La procedura a cui fa riferimento il primo cittadino è in corso da oltre dieci anni.
In città sono una decina gli immobili finora confiscati e poi passati prima all’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità e poi nelle disponibilità del Comune di Montesilvano per scopi sociali.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il diverbio tra le due famiglie si sarebbe trascinato per ore, da ieri pomeriggio, se non da ieri mattina, per motivi che non si conoscono ma che sarebbero futili. Per riportare la situazione alla normalità c’è stato un primo e massiccio intervento dei carabinieri del posto nel pomeriggio, quando ci sarebbe stato un primo contatto tra le due famiglie. Un tentativo stroncato sul nascere dalle pattuglie. Poi, anziché far scemare la questione, con il passare delle ore la tensione è salita di nuovo, stavolta non con un confronto verbale ma ricorrendo a un’arma da fuoco.
Un gruppetto di persone, pare sei , ha raggiunto il 23enne e la sua famiglia, a casa della suocera, nella zona di via Mosa, e lì è scattata la vendetta. Stavolta è stato lanciato un messaggio incontrovertibile, all’insegna della violenza e dell’intimidazione, a mo di regolamento di conti, dopo quello che era successo nelle ore precedenti. Qualcuno ha sparato non una ma più volte e ha raggiunto il giovane ad una gamba. È scattato l’allarme, sono stati allertati i soccorsi e il 112 e nei minuti successivi il ferito è stato raggiunto e soccorso dall’ambulanza del 118 e poi trasportato in ospedale. Le sue condizioni non erano gravi.
Il lavoro di indagine è in corso, anche attraverso l’ascolto dei testimoni che possono aver visto e sentito e possono spiegare cosa è accaduto e anche perché. Da capire anche se dietro i motivi banali che hanno scatenato il putiferio ci sia altro, tra le due fazioni coinvolte.
«Un fatto sicuramente molto grave», dice il sindaco Ottavio De Martinis che guarda alla zona di via Mosa come una spina nel fianco. In quell’area, dice, è in piedi «una pratica di confisca che si dovrebbe concretizzare. E questo fatto è l’ennesima dimostrazione che la strada intrapresa è quella giusta e spero che si intervenga presto in tal senso».
La procedura a cui fa riferimento il primo cittadino è in corso da oltre dieci anni.
In città sono una decina gli immobili finora confiscati e poi passati prima all’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità e poi nelle disponibilità del Comune di Montesilvano per scopi sociali.
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