Colpito da un pilastro, muore sull’amaca
Dramma a Vittorito, muore giovane avvocato milanese nella casa dei genitori della fidanzata
VITTORITO. Era appena giunto da Milano e si stava rilassando su un’amaca del giardino della casa di famiglia della sua fidanzata, quando uno dei pilastri che reggeva la corda ha ceduto. Uno dei mattoni in cemento lo ha colpito alla testa non lasciandogli scampo. Enzo Scuglia, 35enne consigliere comunale della V Ripartizione del comune di Milano, è morto così, nel suo primo giorno di vacanza in Abruzzo. A nulla sono valsi i tentativi di soccorrerlo dei familiari che hanno cercato di rianimarlo. A dire il vero, dopo essere stato colpito l’uomo ha cercato di rialzarsi, ma fatti pochi passi è di nuovo crollato a terra. Vicino all’amaca stava giocando anche il nipote di 5 anni, che ha riportato una ferita a una gamba dopo essere stato colpito anche lui da uno dei blocchi di cemento.
Il bimbo è stato ricoverato all’ospedale di Pescara, anche se le sue condizioni non destano preoccupazioni. Sulla vicenda i carabinieri hanno aperto un’inchiesta mettendo dei sigilli sul luogo della tragedia. Enzo Scuglia era arrivato a Vittorito nel tardo pomeriggio di ieri insieme alla sua fidanzata e ai futuri suoceri, originari del posto.
Dovevano arrivare sabato, ma hanno anticipato la partenza per godersi un giorno in più di riposo. Avevano appena finito di cenare quando il giovane ha deciso di sdraiarsi sull’amaca del giardino in cerca di un po’ di relax. Stava aspettando un caffè quando uno dei pilastri che sosteneva la corda dell’amaca non ha retto e una decina di blocchetti di cemento gli sono franati addosso. Uno lo ha colpito alla testa.
La prima che ha tentato di soccorrerlo è stata la fidanzata, che si è subito accorta della gravità della situazione. Le sue urla hanno richiamato l’attenzione dei vicini che sono scesi in strada per capire cosa fosse successo. «Mi sono avvicinato e ho visto Enzo che era riverso a terra con la fidanzata che si disperava», racconta Nino Pendenza, un residente, «una scena davvero triste che sarà difficile dimenticare».
Claudio Lattanzio
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