Commercio, nei primi sei mesi cassa integrazione salita del 136%
È il settore che soffre di più, seguono artigianato (+67,8%) ed edilizia (+22,4%). Risale l’industria Coccia (Cisl): «Ora la crisi sta scaricando i suoi effetti sul terziario, la situazione resta grave»
PESCARA. Nei primi sei mesi del 2012 il totale delle ore di cassa integrazione nella provincia di Pescara è sceso complessivamente del 4,07 per cento (da 1 milione e 802.158 ore a 1 milione e 729.756), rispetto al periodo gennaio - giugno del 2011, ma si registra l’impennata di questo ammortizzatore sociale nel commercio, con un dato più che raddoppiato. Analizzando nello specifico i dati si può notare che, a fronte di un calo della cassa integrazione straordinaria del 60,5 per cento (passata dalle 970.451 ore autorizzate del 2011 alle 382.615 di quest’anno), si è verificato un aumento del 34,2 per cento di quella ordinaria (passata da 396.264 ore a 532.037 ore autorizzate) e un’impennata di quella in deroga, con un balzo dell’87,2 per cento (da 435.443 ore a 815.104). Scorporando i dati per settore, l’unico nel quale il monte ore è inferiore rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno è quello dell’industria, che segna un meno 37,8 per cento. Per tutti gli altri invece le ore di cassa integrazione sono aumentate. Il settore più in difficoltà è il commercio che registra un dato più che raddoppiato: più 136,6 per cento. Seguono l’artigianato con un più 67,8 per cento e l’edilizia con un più 22,4 per cento. Il numero dei beneficiari della cassa integrazione è aumentato di otto unità rispetto al 2011: dalle 1.332 alle 1.340. Calano invece i lavoratori che percepiscono l’indennità do mobilità (da 1.335 a 1.197) e i disoccupati non agricoli (da 3.652 a 3.114).
«I dati sulla cassa integrazione sono un segnale terribile», sostiene Umberto Coccia, segretario provinciale della Cisl, «la situazione permane grave sia per quella ordinaria e per quella in deroga. Il calo di quella straordinaria è motivato dal fatto che nel settore delle industrie il danno grave la crisi lo ha già provocato negli anni passati, e ultimamente non si sono presentate situazioni di gravità e irreversibili, per le quali si fa ricorso alla cassa straordinaria. Ora gli effetti della crisi si stanno scaricando su commercio, terziario e turismo, colpendo le aziende che hanno un massimo di quindici dipendenti, quelle che possono accedere solo alla cassa integrazione in deroga». Il segretario della Csil cerca anche di dare una spiegazione a questa situazione: «Il problema di fondo è che manca la liquidità, uno prova a darsi da fare, soprattutto i giovani, ma se manca il denaro non si va molto lontano. Qui siamo messi male perché quello del terziario è l’unico settore che finora ha retto e più o meno è rimasto in piedi, ma se cede anche il commercio possiamo anche chiudere l’area pescarese, visto che non ci sono alternative».
Sorpreso Ezio Ardizzi, presidente di Confcommercio: «Approfondirò la questione per cercare di capire cosa abbia provocato questa impennata della cassa integrazione».
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