Commissione d’indagine per viale Marconi
Il candidato sindaco Costantini: «Ora il consiglio verifichi incongruenze e sperpero di soldi pubblici»
PESCARA. Carlo Costantini, candidato sindaco della larga coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni amministrative, è pronto a richiedere al consiglio comunale l’istituzione di una commissione speciale d’indagine per verificare le presunte incongruenze e gli sperperi di denaro pubblico riguardanti il progetto a quattro corsie di viale Marconi, ma anche per un ulteriore controllo di tutti gli appalti gestiti dall’ex dirigente comunale Fabrizio Trisi, indagato nell’ambito dell’operazione denominata “Tana delle Tigri”. Il centrosinistra, che sta analizzando anche il credito di 271mila euro che l’impresa deve restituire al Comune a seguito del collaudo dell’arteria di Porta Nuova, chiederà di inviare poi la delibera alla Corte dei Conti.
Ieri mattina l’annuncio, nella sala consiliare di Palazzo di Città, assieme ai consiglieri comunali del Pd Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli, Stefania Catalano e Marco Presutti, al consigliere Mirko Frattarelli (lista Sclocco sindaco), e ai consiglieri del Movimento cinque stelle Paolo Sola e Massimo Di Renzo. Hanno partecipato all’incontro anche la referente dell’associazione Radici e del comitato Salviamo viale Marconi Fabiana Tenerelli e la componente del direttivo della sezione locale di Italia Nostra Simona Barba.
«Tra i compiti dei consiglieri comunali c'è anche quello di esercitare un'attività di indagine e di controllo sull'attività degli uffici e quindi mi auguro che la maggioranza voterà la delibera», dice Costantini. Poi lancia un’altra proposta, per migliorare la viabilità sulla strada della discordia: rendere promiscua una delle due corsie riservate agli autobus per recuperare almeno dieci posti auto. Inoltre, da oggi, il candidato sindaco intende avviare un percorso di partecipazione attiva con i residenti e i commercianti della zona «per elaborare un piano della mobilità, capace di coniugare efficienza e sostenibilità del trasporto pubblico locale, con le esigenze dei commercianti e dei residenti di viale Marconi e di Porta Nuova», precisa. In sostanza, secondo Costantini, «il collaudatore ha rilevato che le criticità poste in evidenza negli ultimi due anni dai consiglieri di minoranza, dai residenti e dai commercianti di viale Marconi sono fondate». «Molte delle migliorie proposte sulle caratteristiche della sede viaria non rispettano quelle indicate in sede di gara», dice il candidato sindaco. «Le modifiche proposte in termini di alberature non sono state realizzate, altre opere risultano contabilizzate in modo non corretto. Il collaudatore ha anche ritenuto necessario operare detrazioni contabili per opere non eseguite a regola d’arte o riscontrate come ammalorate o non più idonee dopo soli 15 mesi. Per questi motivi il collaudatore ha, da una parte, emesso il certificato di collaudo ma, dall’altra, ha evidenziato che per via di tutte le anomalie e incongruenze rilevate sono stati liquidati 271mila euro in eccesso all’impresa, somma che deve essere restituita al Comune».
Per Costantini, il sindaco ha sbagliato tre volte. La prima, per l’approvazione di una variante che, prevedendo la realizzazione di una seconda corsia in sede protetta per i bus, ha cancellato i parcheggi per i residenti e i commercianti; la seconda per essersi affidato a persone, «delle quali evidentemente non avrebbe dovuto fidarsi», rimarca. «La terza», conclude, «per aver consentito che all’impresa fossero riconosciuti corrispettivi che il collaudatore ha stimato in misura superiore rispetto a quelli che gli sarebbero spettati».
Ieri mattina l’annuncio, nella sala consiliare di Palazzo di Città, assieme ai consiglieri comunali del Pd Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli, Stefania Catalano e Marco Presutti, al consigliere Mirko Frattarelli (lista Sclocco sindaco), e ai consiglieri del Movimento cinque stelle Paolo Sola e Massimo Di Renzo. Hanno partecipato all’incontro anche la referente dell’associazione Radici e del comitato Salviamo viale Marconi Fabiana Tenerelli e la componente del direttivo della sezione locale di Italia Nostra Simona Barba.
«Tra i compiti dei consiglieri comunali c'è anche quello di esercitare un'attività di indagine e di controllo sull'attività degli uffici e quindi mi auguro che la maggioranza voterà la delibera», dice Costantini. Poi lancia un’altra proposta, per migliorare la viabilità sulla strada della discordia: rendere promiscua una delle due corsie riservate agli autobus per recuperare almeno dieci posti auto. Inoltre, da oggi, il candidato sindaco intende avviare un percorso di partecipazione attiva con i residenti e i commercianti della zona «per elaborare un piano della mobilità, capace di coniugare efficienza e sostenibilità del trasporto pubblico locale, con le esigenze dei commercianti e dei residenti di viale Marconi e di Porta Nuova», precisa. In sostanza, secondo Costantini, «il collaudatore ha rilevato che le criticità poste in evidenza negli ultimi due anni dai consiglieri di minoranza, dai residenti e dai commercianti di viale Marconi sono fondate». «Molte delle migliorie proposte sulle caratteristiche della sede viaria non rispettano quelle indicate in sede di gara», dice il candidato sindaco. «Le modifiche proposte in termini di alberature non sono state realizzate, altre opere risultano contabilizzate in modo non corretto. Il collaudatore ha anche ritenuto necessario operare detrazioni contabili per opere non eseguite a regola d’arte o riscontrate come ammalorate o non più idonee dopo soli 15 mesi. Per questi motivi il collaudatore ha, da una parte, emesso il certificato di collaudo ma, dall’altra, ha evidenziato che per via di tutte le anomalie e incongruenze rilevate sono stati liquidati 271mila euro in eccesso all’impresa, somma che deve essere restituita al Comune».
Per Costantini, il sindaco ha sbagliato tre volte. La prima, per l’approvazione di una variante che, prevedendo la realizzazione di una seconda corsia in sede protetta per i bus, ha cancellato i parcheggi per i residenti e i commercianti; la seconda per essersi affidato a persone, «delle quali evidentemente non avrebbe dovuto fidarsi», rimarca. «La terza», conclude, «per aver consentito che all’impresa fossero riconosciuti corrispettivi che il collaudatore ha stimato in misura superiore rispetto a quelli che gli sarebbero spettati».