Comune, che figura! Persi i capolavori donati dal mecenate

«Sono finiti negli scantinati, anziché in esposizione al museo» Paglione ottiene la restituzione dei cinquantasei quadri

PESCARA. Il Comune ha perso 56 capolavori di alcuni grandi pittori del Novecento, per un valore di oltre un milione 300mila euro. Si tratta delle opere di Claudio Bonichi, Arturo Carmassi e Gaston Orellana donate, nell’aprile dell’anno scorso, dal noto imprenditore e gallerista originario di Tornareccio Alfredo Paglione e da sua moglie Teresita. Ora dovranno essere restituite ai legittimi proprietari. Il motivo? L’amministrazione comunale non ha rispettato l’accordo con il mecenate che prevedeva l’esposizione dei dipinti nella sala 3 del museo Colonna. Invece, quelle opere sarebbero finite in uno scantinato del museo per far posto a una mostra fotografica. Paglione e sua moglie, venuti a conoscenza dell’ignobile destino riservato ai quei capolavori, sono andati su tutte le furie. Si sono rivolti a un legale e dopo una prima diffida al Comune che ha avuto esito negativo, hanno deciso di avviare la risoluzione del contratto di donazione della collezione. Hanno quindi richiesto al Comune la restituzione dei dipinti, entro il prossimo 30 settembre, con spese di imballaggio e trasporto, da Pescara a Giulianova, a carico dell’ente, oltre alla consegna al mecenate di 100 copie del catalogo dedicato alla collezione e realizzato in occasione della donazione, redatto dal noto esperto d’arte Sandro Parmiggiani e intitolato «Fascino dell’immagine».

Nella transazione che il Comune ha stipulato per chiudere la controversia viene fissato, tra l’altro, l’obbligo per il mecenate «di impegnarsi a non comunicare ad alcun organo di stampa l’avvenuta risoluzione consensuale della donazione». Evidentemente, l’amministrazione comunale avrebbe voluto mantenere segreto questo «scivolone», che ora rischia di scatenare una polemica. Perdere delle opere di pittori così importanti, del resto, non capita spesso. I tre artisti sono famosi in tutto il mondo. Soprattutto Orellana, pittore cileno, figlio di emigranti spagnoli e grande amico in gioventù di Pablo Neruda. Le opere di Orellana si trovano nei musei più importanti del mondo e nelle collezioni private più prestigiose, tra cui il Metropolitan museum of art di New York, il Museo di arte moderna, di San Paolo del Brasile, il Museo d’arte contemporanea di Buenos Aires, Isac Delgado museum di New Orleans, il Museo di arte contemporanea di Barcellona.

Pescara perderà ben 21 capolavori del pittore cileno, per un valore complessivo di 530mila euro: li ha avuti e ora dovrà restituirli. La donazione era stata fatta dall’imprenditore nell’aprile dell’anno scorso e l’allora giunta Mascia aveva accettato senza esitazione quell’enorme regalo alla città. Protagonista di quell’operazione era stato l’allora consigliere Augusto Di Luzio, appassionato d’arte. I dipinti erano stati subito esposti al museo Colonna, così come aveva voluto il donatore. Nell’atto di donazione, del resto, è proprio scritto a chiare lettere che «le opere saranno collocate permanentemente al piano superiore, sala 3, del museo. Lo spostamento delle stesse deve essere fatto previa autorizzazione del donante o di eventuali eredi». Ma questa clausola è stata ignorata dal Comune.

©RIPRODUZIONE RISERVATA