la sentenza
Comune condannato a risarcire un vigile per aver tolto 4 euro
PESCARA. È costata cara al Comune la decisione di togliere dalla busta paga di un vigile urbano, W.F., 4,61 euro. L’agente ha fatto causa all’ente e ha vinto: il Comune è stato condannato a...
PESCARA. È costata cara al Comune la decisione di togliere dalla busta paga di un vigile urbano, W.F., 4,61 euro. L’agente ha fatto causa all’ente e ha vinto: il Comune è stato condannato a restituire i 4,61 euro e a pagare ben 1.903 euro al dipendente.
La vicenda risale al 2011, la sentenza invece è del 20 febbraio scorso, ma solo nei giorni scorsi è stata pubblicata la determina con cui la direttrice dell’Avvocatura del Comune Paola Di Marco ha dato mandato agli uffici di pagare la somma fissata nella sentenza.
Tutto parte dalla decisione dell’allora dirigente al personale dell’ente di recuperare dalla busta paga del vigile dell’ottobre 2011 una somma pari a 4,61 euro per una presunta assenza per malattia, così come stabilisce il cosiddetto Decreto Brunetta in merito alle assenze per malattia dei dipendenti delle pubbliche amministrazione. La norma, in effetti, prescrive una trattenuta per ogni giorno di assenza dal lavoro fino a dieci giorni.
Ma la dirigente non aveva tenuto conto del fatto che W.F. non era in malattia, ma aveva richiesto al comando della polizia municipale un permesso retribuito, più precisamente un giorno di licenza straordinaria per motivi personali, così come prevede il contratto nazionale. Quindi, la busta paga non avrebbe dovuto essere toccata. Il vigile, tra l’altro, a giustificazione del permesso aveva presentato l’attestazione di una visita specialistica. «Deve allora ritenersi», scrivono i giudici del tribunale di Pescara nella sentenza, «che non possa l’amministrazione comunale convenuta, successivamente all’accettazione di imputazione dell’assenza a titolo di permesso retribuito per motivi personali, modificare, né pretendere un’imputazione diversa (nella specie assenza per malattia), stante la possibilità del dipendente di usufruire di 3 permessi retribuiti annuali per assenze giustificate da visite specialistiche e il diritto dello stesso ad usufruire ancora di un permesso a tale titolo. Diritto da ritenersi inderogabile in quanto riconosciuto dalla contrattazione collettiva nazionale e non derogato da norme di legge».
Il tribunale ha, quindi, accolto il ricorso e ha condannato il Comune a restituire a W.F. la trattenuta effettuata nella busta paga di ottobre 2011, pari a 4,61 euro, oltre alla rivalutazione e agli interessi, e a risarcire al vigile le spese di giudizio, calcolate in 1.500 euro, più gli oneri di legge, per un totale di 1.903,20 euro.(a.ben.)
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