Crisi idrica - Le tappe
PESCARA. Ha il sapore della beffa la cronistoria della crisi idrica nell'area metropolitana: un'emergenza causata dalla chiusura dei pozzi ora riaperti.
Gennaio 2005. Le analisi dell'Arta rivelano nei pozzi di Colle Sant'Angelo a Castiglione (360 litri di acqua/secondo immessi nell'acquedotto Giardino) la presenza di inquinanti chimici. L'Aca segnala i fattori inquinanti alla Asl.
Giugno 2005. L'Ato dispone la chiusura dei pozzi di Castiglione.
Marzo 2006. La Procura apre un'inchiesta per l'inquinamento dell'acqua.
15 gennaio 2007. L'Aca riapre due pozzi dopo l'installazione dei filtri a carbone attivo.
30 maggio 2007. Wwf e Rifondazione fanno effettuare analisi sui campioni di acqua potabile prelevata nei Comuni di Torre, Tocco, Popoli, Chieti e Pescara. Rilevata presenza di tetracloruro sopra i limiti.
12 luglio 2007. Interrogazione del deputato Acerbo a Prodi e ai ministri Turco e Pecoraro Scanio.
30 luglio 2007. L'Arta convoca un vertice con il commissario. Le analisi rilevano che dai filtri esce acqua con maggiore presenza di tetracloruro; Goio ne annuncia la chiusura.
3 agosto 2007. Su ordinanza del commissario Goio, la Forestale chiude i pozzi di Castiglione. Inizia al parcheggio di Bussi l'escavazione dei nuovi pozzi.
6 agosto 2007. Ato e Aca presentano ricorso urgente al Tar, chiedono e ottengono la riapertura del pozzo 3. A fine agosto apre un altro pozzo, mentre dal Ruzzo arrivano i primi 60 litri di acqua al secondo.
17 settembre 2007. L'Aca chiude i pozzi di Sant'Angelo, l'Ato convoca una conferenza dei servizi.