Crox, il piano studiato al mare il giorno prima 

È sabato pomeriggio quando il gruppo decide di dare una lezione a Christopher E il giorno dopo è la fidanzata di uno di loro a scovare il 16enne: andate alla stazione  

PESCARA. «Comunque, se lo volete menare, tre ore fa ha messo una nota “Guagliù, qualcuno alla stazione”. E sinceramente fareste solo bene ad andare, perché non va bene che si è fregato 70 euro a Gianni (nome di fantasia ndr riferito all’assassino-creditore)».
È il messaggio che poco prima di mezzogiorno di domenica 23 giugno segna la fine di Christopher Thomas Luciani, ucciso a 16 anni con 25 coltellate da Gianni, con un complice, circa cinque ore dopo. A fare la soffiata è un’amica di Christopher, che lo segue sul profilo Instagram e che è fidanzata con il 17enne che poi parteciperà a quell’omicidio. In carcere come Gianni dal giorno dopo il delitto grazie alle indagini lampo della Mobile, è proprio Michele (anche questo nome di fantasia) a confermare e a ricostruire davanti al procuratore David Mancini e al sostituto Angela D’Egidio, cosa succede prima e dopo quel messaggio di vendetta seguito dai messaggi di Gianni a Christopher: «Do stai, fatti trovare alle 15,30 alla stazione».
LA TRAPPOLA STUDIATA AL MARE
La caccia, racconta Michele, era iniziata dal giorno prima. E la prova ne è la soffiata della sua ragazza, presente al conciliabolo che avviene al mare nel tardo pomeriggio di sabato. Sotto la palma del gruppo, alla Croce del sud, ci sono tutti quelli che si presenteranno all’appuntamento di domenica alla stazione. Ed è proprio al mare, quel sabato, che Michele racconta anche di aver visto per la prima volta Christopher, mentre Gianni gli consegna quei maledetti 70 euro per l’hashish. Lui gli dice “mo torno” e invece sparisce. Gianni aspetta, poi inizia a chiamarlo: 46 chiamate in due ore e mezza, ma Christopher è irrintracciabile. È durante quel silenzio che Gianni, sempre più furioso perché Christopher, dice lui, gli deve già altri soldi (300 euro in tutto), si sfoga con gli altri e ordina: «Domani portate qualcosa per farlo spaventare». E poi, rivolgendosi a Michele, «domani porta il coltello e la pistola e ci vediamo tutti insieme e ci parliamo».
L’APPUNTAMENTO
Il rancore di uno diventa il rancore di tutti contro Christopher, anche se, come dice Michele agli inquirenti, «l’avevo sentito di nome, me l’aveva nominato Gianni e mi aveva fatto vedere il suo profilo Instagram per il fumo, ma non c’avevo niente contro di lui, l’ho fatto», parlando della sua presenza alla stazione, «solo per scherzare, per farmi il buffone. Per farmi il gradasso con la mia ragazza». Fatto sta che, da quanto emerge, tutto il gruppo era a conoscenza dell’intenzione di Gianni di acchiappare Luciani e punirlo. E tutti, dice ancora Michele, quando si ritrovano al terminal bus della stazione alle 15,30 della domenica, sanno che Michele ha portato il coltello e la pistola.
L’INCONTRO
Ed ecco l’incontro tra Christopher e il suo assassino. È furioso Gianni, agli altri poco prima dice «mo questo qua che lo vedo, se non mi da i soldi lo spacco, gli meno gli faccio male», ma quando vede Christopher davanti allo Spizzo, la pizzeria che fronteggia la vecchia stazione, lo saluta amichevolmente. «Si sono salutati», racconta Michele, «io mi sono presentato, gli ho fatto “piacere”, lui mi ha risposto. E dopo Gianni se l’è preso a braccetto e gli ha cominciato a parlare un po’ di quando stavano assieme, di quando erano amici, di prima che Luciani andasse in comunità (a novembre 2023 ndr). Ha fatto “ti ricordi prima che facevamo, eravamo grandi amici”. Dopo se l’è portato al vicoletto affianco a Spizzo, siamo entrati, e Gianni gli ha chiesto se gli poteva ridare i soldi, e Christopher ha detto subito di sì. E ci ha detto, “intanto andiamo ad aspettare la persona che ci deve dare i soldi alla stazione dell’autobus”, siamo ritornati di là».
LO SPINTONE
Sono circa le 16,20 e là davanti ai vecchi silos aspettano circa 20 minuti. «Luciani», racconta Michele, «era scocciato. A un certo punto Gianni gli dice “ma questo qua quando arriva che mi deve ridà i soldi?” e Luciani scocciato risponde “eh! Non lo so quando arriva, io non c’ho il telefono, non c’ho niente però dovrebbe arrivare, se vuoi ce lo risolviamo solo io e te senza i tuoi cani». Christopher è infastidito dal gruppo ed è proprio quando dice questa frase che scoppia la prima tensione con uno di loro che gli dà uno spintone, lo stesso che quella sera, spinto dai rimorsi, ne farà ritrovare il corpo. Christopher resta calmo e secondo quello che racconta Michele invita Gianni ad andare al parco Baden Powell.
COME UN PRIGIONIERO
Da quello che raccontano invece le telecamere, Christopher cammina quasi come un prigioniero, seguito da Gianni e da tutto il gruppo dietro. C’è il fotogramma dei due che si inoltrano verso le sterpaglie a ridosso della ferrovia.
«dammi ilcoltello»
Ma ecco che a un certo punto, sempre dalle immagini delle telecamere, si vede Gianni che torna indietro, chiama Michele e lui, con un movimento dalla tasca destra, gli passa qualcosa. Quello che si dicono lo racconta Michele: «Mi è venuto davanti e mi ha detto “oh, ma ce l’hai il coltello?” e io gli ho detto “Perché, che ti serve”, lui mi ha fatto... “mi serve tu dammelo sennò ti spacco pure a te”, e io... gliel’ho passato per paura». Nelle immagini si vede che Michele dopo quel gesto resta fermo, guarda a terra mentre l’altro, ormai armato, raggiunge Crox. Camminano ma è sempre alle sue spalle. E alle spalle, superate le sterpaglie, lo accoltella. È questione di attimi e lo raggiungono anche Michele e il testimone che dopo poco schizza via stravolto. Ai pm Michele racconta delle sue coltellate («l’ho fatto solo perché avevo paura di Gianni») dei colpi che sferra Gianni («non pochi, gliel’ha tirati in due o tre momenti quando stava a terra»), della richiesta di Gianni alla fine (« “aiutami a spostarlo” che lo voleva buttare sotto un cespuglio. Io gli ho detto sì però ho fatto finta di non farcela e me ne sono andato e lui è rimasto qualche altro minuto là, non so a che fare»). Gianni resta là a cambiarsi. La vendetta è compiuta.
VANTO E PENTIMENTO
Quando raggiunge gli altri si vanta pure: «gli ho dato...». Lo racconta Michele, che però davanti ai pm interrompe la frase, «non mi ricordo che aveva detto, no», anche se ammette, «sempre per stare al gioco, non volevo dirlo veramente, gli ho detto “sì, grande frà”». Ma poi quella stessa notte manda un vocale alla ragazza: «Non so che cazzo mi è preso ti giuro non lo so, sono finito in un bordello».