Cult club, drappo rosso oscura il sequestro

Il tribunale ordina i sigilli, ma all'ingresso spunta un cartello: «Siamo chiusi per lavori»

MONTESILVANO. Un cartello fatto a mano, «chiuso per lavori», e un drappo rosso per coprire il decreto di sequestro. Dopo il blitz dei carabinieri nella notte della befana, anche la procura di Pescara e il gip Gianluca Sarandrea hanno deciso che il night Cult club va sequestrato.

Secondo il cartello attaccato al cancello d'ingresso, il locale di via Napoli è «chiuso per lavori». Ma non è così: per il night club è scattato il sequestro preventivo a causa dei privè a luci rosse. Il provvedimento dei carabinieri di Montesilvano risalente alla notte del 6 gennaio è stato convalidato dalla pm Silvia Santoro e dal gip Gianluca Sarandrea. Ma il decreto di sequestro attaccato con il nastro isolante marrone alla porta d'ingresso del Cult club è stato oscurato da un telo rosso: un drappo troppo corto, però, che lascia intravedere un lembo dei sigilli.

Il titolare del Cult club, Nicola Collevecchio, 54 anni di Giulianova, si ritrova indagato per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Durante il controllo nel locale non sono state trovate irregolarità su licenze e personale in servizio, dai baristi alle 14 ballerine, ma, secondo l'accusa, i carabinieri hanno scovato privè a luci rosse con «tre entreneuse seminude impegnate in uno spogliarello». Per i carabinieri, coordinati dal capitano Enzo Marinelli, i clienti «avevano la possibilità di toccare e palpeggiare» le tre ballerine, una delle quali «indossava semplicemente il perizoma e una minigonna di pochi centimentri». In compagnia delle tre ballerine, sono stati sorpresi quattro clienti: due di Guardiagrele, uno di Sulmona e uno di Pescara. I quattro clienti non sono stati denunciati ma corrono un rischio: in caso di processo, potranno essere chiamati come testimoni con notifiche spedite a casa. In sala, al momento del blitz, sono stati trovati sui divani trenta clienti: anche loro rischiano di essere convocati per testimoniare.

A quanto risulta dall'inchiesta, le 14 ballerine ricevevano un compenso di 50 euro per una notte di lavoro nel locale. Cinquanta euro è la stessa cifra che i clienti dovevano pagare per partecipare a un privè: nei 50 euro, oltre allo spogliarello con la possibilità di toccare le ballerine per un quarto d'ora, era compresa anche una bottiglia di spumante mignon.

Secondo la tesi dei carabinieri fatta propria da pm e gip, «la nozione di prostituzione comprende il compimento di qualsiasi atto sessuale in cambio di una retribuzione e per atto sessuale deve intendersi ogni atto che coinvolga una zona del corpo ritenuta idonea a manifestare o stimolare l'istinto sessuale». Per questo, il titolare del night club è indagato e il locale è stato sequestrato.

Non è la prima chiusura per il Cult club: il locale è stato chiuso con un'ordinanza della questura di Pescara nel 2008 dopo una denuncia partita dalle mogli tradite che avevano rivelato l'esistenza delle stanze riservate a luci rosse; nel 2007, fuori del night club, c'è stata una rissa con tre giovani pestati a sangue da altri otto ragazzi.

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