Dà fuoco alla ex, morti entrambi celebrati i funerali dell'ex carabiniere
L’ex carabiniere e la donna che l’aveva denunciato non hanno retto alle gravi ustioni. Oggi i funerali di Verna
PESCARA. È andata come voleva lui: sono morti entrambi. Un’agonia durata poco meno di 24 ore per Damiano Verna, l’ex carabiniere di Castellana di Pianella morto alle 22,30 di martedì nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Pescara, dove il 68enne era stato ricoverato in stato di coma per le gravi ustioni su tutta la superficie del corpo, e finita per Liliana Agnellini intorno alle 15 di ieri, quando la 65enne originaria di Città Sant’Angelo e residente a Montesilvano è spirata nel centro grandi ustionati del Sant’Eugenio, a Roma, in seguito alle ustioni di terzo grado riportate anche lei su tutto il corpo. Una morte lenta e tremenda come la fine della loro storia, iniziata con il ballo, in un centro per anziani tra Chieti e Pescara, dove i due si erano conosciuti circa tre anni fa e deragliata tra le botte, le minacce e i soprusi di lui che non si rassegnava ad accettare la separazione da lei.
L’agguato in ascensore. Parte da qui, dai rifiuti di Liliana, dalla denuncia che si era convinta a presentare e dalla fermezza con cui nell’ultimo mese si era opposta a nuovi incontri con Damiano, la follia messa in atto dall’uomo la sera di domenica. Padre di due figli e nonno di quattro nipoti, una vita nell’Arma, al comando provinciale di viale D’Annunzio, a Pescara, domenica sera Damiano Verna lascia moglie e figli, con cui continuava a convivere nella palazzina di famiglia a Castellana di Pianella dopo aver festeggiato i sei anni di uno dei nipoti, sale sulla sua Panda blu e va a Montesilvano con le bottigliette da mezzo litro piene di benzina o cherosene. Aspetta Liliana sotto casa, in via Garonna, e quando la donna rientra la spinge con un coltello in ascensore e qui compie il suo gesto folle: cosparge se stesso e la donna di liquido infiammabile e dà fuoco.
La denuncia. Una scena raccapricciante per gli inquilini e per i soccorritori, un epilogo ancora più amaro per i carabinieri del comando di Montesilvano che all’inizio di dicembre avevano convinto Liliana a denunciare Verna. Violenza sessuale e atti persecutori i reati contestati all’ex carabiniere che, secondo quanto aveva riferito Liliana Agnellini, dopo il tentativo suo di interrompere il rapporto, si era vista pedinata, minacciata, attesa sotto casa e tempestata di telefonate da quell’ex compagno che alla fine, come lei aveva raccontato, per paura si era convinta a riprendere. Ma la paura e i soprusi non passano perché, come riferisce nella sua denuncia, lui l’avrebbe obbligata anche ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà. È un incubo per Liliana, vedova, madre di tre figli e nonna di due nipoti che ai primi di dicembre deve subire l’ennesima scenata di gelosia: di ritorno da una serata danzante, lui l’accusa di aver ballato con un altro, la insulta, ne fa una tragedia e di fronte al rischio di perderla di nuovo si taglia le vene e tenta il suicidio. Arriva il 118, arrivano i carabinieri e per Liliana sembra aprirsi uno spiraglio verso la libertà. Gli uomini del capitano Enzo Marinelli capiscono subito che c’è qualcosa che non va, invitano la signora a presentarsi in caserma, la ascoltano, la consigliano e alla fine lei si convince: il 10 dicembre denuncia Verna. La donna ha paura, ma è fiduciosa. Gli stessi figli (Claudio ed Emiliano hanno un ristorante a Montesilvano, Alessandro è vice parroco della cattedrale di Tolentino) a cui ha confidato le sue paure, la vedono più serena, come racconta il figlio sacerdote. Ma dentro è ansiosa, aspetta «il provvedimento», «la misura» della Procura che la metta finalmente al riparo da quell’incubo. È proprio per avere notizie al riguardo che, appena una settimana fa, Liliana Agnellini telefona al comando di via Agostinone. Ma le dicono che deve avere ancora pazienza. E lei aspetta. Fino alla tragedia finale.
I funerali. Oggi alle 15, nella parrocchia Santa Maria Lauretana si sono celebrati i funerali di Damiano Verna, a Castellana di Pianella, dove la famiglia è molto conosciuta. A parte il figlio Mauro che abita a Vacri, l’altro figlio Mario gestisce con il suocero il bar della Società operaia, in piazza Garibaldi (ieri chiuso per lutto) a Pianella, dove il fratello di Damiano, Remo, titolare di un bar-tabaccheria mentre l’altro fratello Gino è in pensione dopo aver affidato ai figli un’impresa di movimento terra. Per Liliana Agnellini, invece, i funerali si celebreranno quasi certamente domani pomeriggio a Montesilvano, non è ancora certo se nella chiesa di viale Europa o a Sant’Antonio. A celebrarli, forse, il figlio don Alessandro Di Francesco. La donna, originaria di Città Sant’Angelo, lascia anche due sorelle e un fratello, ristoratore a Montesilvano come due dei suoi figli.
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