D'Amario premiato per il «lavoro difficile»

La delibera di Chiodi: gli obiettivi della Asl sono complessi, ai manager 17 mila euro in più

PESCARA. È difficile il lavoro dei direttori generali delle Asl e un premio di 17 mila euro non basta: serve il doppio, 34 mila, vista «la complessità degli obiettivi da raggiungere». Lo sa la giunta Chiodi ed è per questo che, il 29 marzo del 2010, ha approvato una delibera, la 258, che ha aumentato il premio al direttore generale della Asl di Pescara Claudio D'Amario e anche ai manager delle Asl di Chieti e L'Aquila, Francesco Zavattaro e Giancarlo Silveri.

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Nell'era dei tagli alla sanità - l'ultima protesta è quella dei medici di base pescaresi degli studi associati con lo stato di agitazione indetto dai sindacati Smi e Fimmg - è una spesa di 51 mila euro in più.

Hanno votato sì al raddoppio dei premi ai tre direttori generali il presidente della Regione Gianni Chiodi che è anche commissario alla Sanità, Lanfranco Venturoni, assessore alla Sanità fino all'arresto del 22 settembre dell'anno scorso per il coinvolgimento nell'inchiesta sui rifiuti e oggi capogruppo Pdl in consiglio regionale, Paolo Gatti, Mauro Febbo, Federica Carpineta, Angelo Di Paolo, Carlo Masci, Giandonato Morra e Daniela Stati (assente Mauro Di Dalmazio).

In tre righe, la delibera spiega: «Rilevata la complessità degli obiettivi gestionali da raggiungere da parte dei direttori generali», recita il documento, «si ritiene di dover adeguare la quota una tantum del trattamento economico». «L'integrazione» passa così dal 10 al 20 per cento degli stipendi: ogni manager percepisce 113.620,80 euro all'anno più un premio, per i risultati ottenuti e certificati dalla giunta regionale dopo 18 mesi, di altri 34 mila. In media, gli stipendi di D'Amario, Zavattaro e Silveri arrivano a 135 mila euro lordi.

L'aumento non è un'invenzione di Chiodi: è possibile grazie a un decreto del 1995, lontano però 16 anni dalla crisi dell'economia e dagli allarmi per la sanità. E applicarlo non è un obbligo ma un atto discrezionale della politica. Dopo la delibera 258, il 26 aprile 2010 - a un anno e due mesi dalla nomina del manager e a ridosso della verifica fissata a 18 mesi di mandato - Chiodi e D'Amario hanno firmato un altro contratto per siglare l'aumento: il premio da 34 mila euro, poi, è arrivato grazie a un'altra delibera della giunta, la 899 del 23 novembre 2010, che ha definito «nel complesso positivo» l'operato del direttore generale. Ultima tessera del mosaico, la delibera della Asl 1.325/2010 con la quale D'Amario ha liquidato il premio a se stesso oltre a 27 mila euro per il direttore sanitario Fernando Guarino e altri 27 mila per i due direttori amministrativi che si sono alternati fra 2009 e 2010 e cioè Tea Di Pietro e Domenico Carano.

Il raddoppio del premio a D'Amario è contestato da Idv e Rifondazione comunista perché nelle sei pagine della delibera 899 sono elencate anche le «criticità» della Asl: a pagina 4, è scritto che «nella relazione rimessa dall'Agenzia sanitaria regionale, pur rilevandosi il raggiungimento di una performance complessiva del 57,39 per cento (cui corrisponderebbe un giudizio di gestione non positiva), viene tra l'altro evidenziata la "presenza di indicatori il cui mancato raggiungimento non è imputabile al direttore generale ma ad altri livelli del sistema sanitario regionale" così in parte giustificandosi la performance non positiva rilevata». Nel mirino anche «gli obiettivi inerenti la spesa farmaceutica, i flussi informativi (per cui sono state rilevate carenze diffuse, sia sotto il profilo della qualità che della tempestività dei dati trasmessi) e la bassa copertura degli screening oncologici». La delibera prosegue: «Ulteriori criticità pur non afferendo direttamente alla valutazione degli obiettivi del direttore generale sono emerse in relazione all'attuazione della procedura di riconciliazione e certificazione dei debiti al 31 dicembre 2006».

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