I precedenti
Dal caso trimetilbenzene all’incidente nascosto
Sono due gli incidenti che hanno caratterizzato il difficile rapporto fra acquedotto da una parte e Traforo e Laboratori di fisica nucleare dall'altra
TERAMO. Sono due gli incidenti che hanno caratterizzato il difficile rapporto fra acquedotto da una parte e Traforo e Laboratori di fisica nucleare dall’altra. Il primo è stato lo sversamento accidentale, avvenuto nella sala C dei Laboratori, di trimetilbenzene, nell’ambito dell’esperimento Borexino. Era 16 agosto 2002: la sostanza fu ritrovato nelle acque e un'indagine smise in evidenza che c'era un contatto idraulico fra laboratorio e acque prelevate dagli acquedotti.
I sondaggi fatti per la costruzione delle strutture, infatti sono diventati punti di captazione.
L’altro incidente è avvenuto il 31 agosto del 2016. Le analisi dell'Arta, l’agenzia regionale per la tutela ambientale, hanno rilevato la presenza di diclorometano nell'acqua, in valori inferiori ai limiti di legge per quel che riguarda le acque potabili ma superiori ai limiti per le acque sotterranee. La notizia dell’incidente si è saputa solo un paio di mesi dopo. Dalla ricostruzione dei fatti pare che un solvente usato nel laboratorio, non si sa come, forse anche per una cappa di aspirazione ferma perché in manutenzione, sia finito in un pozzetto di scarico e da qui sia entrato in contatto con l’acqua. Tutta l’acqua captata da quel punto è subito stata mandata “a scarico”, cioè esclusa dalla rete idrica.
I sondaggi fatti per la costruzione delle strutture, infatti sono diventati punti di captazione.
L’altro incidente è avvenuto il 31 agosto del 2016. Le analisi dell'Arta, l’agenzia regionale per la tutela ambientale, hanno rilevato la presenza di diclorometano nell'acqua, in valori inferiori ai limiti di legge per quel che riguarda le acque potabili ma superiori ai limiti per le acque sotterranee. La notizia dell’incidente si è saputa solo un paio di mesi dopo. Dalla ricostruzione dei fatti pare che un solvente usato nel laboratorio, non si sa come, forse anche per una cappa di aspirazione ferma perché in manutenzione, sia finito in un pozzetto di scarico e da qui sia entrato in contatto con l’acqua. Tutta l’acqua captata da quel punto è subito stata mandata “a scarico”, cioè esclusa dalla rete idrica.