Dal Pakistan a Pescara, 14enne in fuga per studiare in Europa

Da 50 giorni in viaggio con l'obiettivo poi di raggiungere la Francia. Fermato dalla polizia ferroviaria, ora è in una struttura protetta in Abruzzo

PESCARA. Un cappellino di lana e uno spazzolino da denti. Non aveva niente di più, nel suo zainetto, il quattordicenne pakistano che la polizia ferroviaria di Pescara ha fermato nei giorni scorsi su un Frecciarossa partito da Bari. Era diretto in Emilia Romagna e da lì intendeva raggiungere la Francia, come ha raccontato lui stesso dopo essere stato bloccato sul convoglio, su segnalazione del capotreno. Ma il suo viaggio è cominciato molto prima, avendo lasciato casa 50 giorni fa.

L’altro giorno aveva un biglietto regolare ma la sua presenza a bordo è sembrata strana, essendo giovanissimo e solo, ed è stata allertata la Polfer, diretta da Davide Zaccone, che ha intercettato il ragazzino, lo ha condotto a terra e lo ha interrogato a lungo, grazie a una interprete, per cercare di capire provenienza e destinazione del giovane. Era vestito bene, si esprimeva perfettamente in inglese, ascoltava musica dal telefonino ed è apparso freddo e determinato, consapevole di quello che stava facendo, e cioè andare a studiare in Europa, dove probabilmente spera di ricevere un sostegno economico consistente per aiutare la famiglia, rimasta a casa.

Per realizzare questo progetto ha attraversato Turchia, Grecia, Macedonia, Serbia e poi sarebbe finito in Austria. Da lì, seguendo un percorso che appare inspiegabile, avrebbe raggiunto Bari, dove è salito sul Frecciarossa con la speranza di approdare prima o poi in Francia, come dice lui, oppure in Germania, come ritiene più probabile la Polfer. Ha detto di aver viaggiato su un barcone, ma anche a piedi, sui camion e in treno, e con sé non aveva soldi. Il che vuol dire, immagina la polizia, che questo giovane ha qualcuno alle spalle che si occupa di lui e dei suoi spostamenti. E c’è anche qualcuno che ha pagato profumatamente, forse più di diecimila euro, per farlo arrivare in Europa e regalargli un’adolescenza migliore. Dopo averlo ascoltato e ricostruito i suoi spostamenti attraverso i documenti dei centri di accoglienza che si portava dietro, il quattordicenne è stato accompagnato in una struttura di Ripa Teatina ed è stato informato il Tribunale dei minorenni. Viaggio sospeso, per ora.

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