Dall’Imu 192 milioni di gettito in Abruzzo, e Chieti batte tutti
Gli incassi della prima rata vedono Pescara al 2°posto. All’Aquila pesa il post-sisma, nel teramano pesa l’evasione
PESCARA. Se la disputa sull’accorpamento delle province si decidesse sulla base del gettito Imu, Chieti la spunterebbe senza problemi su Pescara. La prima rata versata entro il 18 giugno nelle casse dell’erario vedono la provincia di Chieti in testa con 57,7 milioni di euro, seguita da Pescara con 45,6 milioni (pesa il numero di comuni: 104 contro 46), L’Aquila con 44,9 milioni (e qui pesa il post-sisma), infine Teramo con 44,7 milioni. È dunque soddisfatto il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio: «Il nostro territorio si attesta ancora una volta in cima a una classifica positiva come quella relativa alla qualità della vita e alla imprenditoria».
Il gettito complessivo per la regione è stato di 192 milioni, di questi 110 andranno ai Comuni (tutta l’Imu della prima casa e metà del resto), 81,8 milioni allo Stato. Complessivamente in Italia, dei 9,6 miliardi di gettito , oltre 3,95 vanno allo Stato e i rimanenti 5,64 ai Comuni. La percentuale del gettito andata ai Comuni è quindi il 59%. Il governo si è detto soddisfatto del risultato (lo scostamento è stato solo di 100 milioni rispetto alla stima), ma nei comuni c’è qualche preoccupazione.
A Teramo l'amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Maurizio Brucchi ha messo in bilancio un gettito Imu netto di 13 milioni e mezzo (sette milioni e mezzo è la quota che va allo Stato), ma il pagamento della prima rata ha portato nelle casse comunali circa 700mila euro in meno rispetto alle previsioni. «Siamo preoccupati», dice il vice sindaco e assessore alle finanze Alfonso Di Sabatino Martina, «i 4 milioni e 150mila euro incassati con la prima rata sono meno del previsto, probabilmente perché c'è un'elevata evasione su seconde case e aree edificabili. Speriamo di poter recuperare tra settembre e dicembre grazie all'aumento delle aliquote che abbiamo già varato, e cioé con il 4,6 per mille sulle prime case e il 10,6 per mille sulle seconde case». Il Comune di Teramo, peraltro, ha previsto una lunga serie di agevolazioni per alcune categorie: ad esempio il 3,6 per mille per le giovani coppie e il 2,6 per gli over 65.
Più tranquillo l’assessore al Bilancio del Comune di Pescara Eugenio Seccia: «E' il dato che avevamo previsto in base alle aliquote ordinarie senza le differenziazioni per comuni», spiega l'assessore, «ma è soltanto un terzo della tappa, la vera incognita sarà a dicembre. Quello di adesso è il dato sulla base della legge nazionale mentre, per avere un riscontro oggettivo, bisognerà aspettare le prossime tappe di settembre e di dicembre quando ci sarà la differenziazione in base al regolamento comunale da poco approvato».
L'importo incassato dalla provincia dell'Aquila per la prima tranche dell'Imu è tra i più bassi d'Italia (44,8 milioni di euro) perché pesa il mancato introito dell'Imposta municipale unica nelle casse del comune dell'Aquila, la cui popolazione proprietaria di prime case è ancora in gran parte sfollata. A spiegarlo è l'assessore al Bilancio, Lelio De Santis (Idv): «Non possiamo incassare se il cittadino non paga per le case inagibili, ci sono migliaia di persone che vivono ancora nelle new town e sono loro le proprietarie delle prime case. Il mancato introito ammonterebbe a circa 5-6 milioni di euro. Per la seconda rata è possibile che a settembre cambierà l’aliquota: «Dovremo fare una valutazione di quello che significa la seconda casa e sicuramente varierà. Non intendo fare una gestione burocratica e ragionieristica del bilancio», spiega l'assessore, «e stiamo pensando di adattare l'aliquota alle esigenze della città. Ad esempio stabilendo un'aliquota agevolata come premio per chi ha una seconda casa in affitto concordato e regolare a studenti universitari, mantenendo un po’ più alta quella di chi non affitta». (cr.re.)
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