L’azienda di trasporto
Dalla manutenzione ai contratti di lavoro: ecco i costi dei bus
Di Pietro (Capuani): «Un autobus ha le sue spese e se si vuole stare tranquilli in termini di sicurezza non si può risparmiare troppo»
PESCARA. «Un autobus ha le sue spese e se si vuole stare tranquilli in termini di sicurezza non si può risparmiare troppo. Ormai la concorrenza è enorme e stare sul mercato diventa difficile, ma se si vuole garantire la qualità del servizio non si possono fare prezzi così bassi». Leonardo Di Pietro, uno dei responsabili della E. Di Febo Capuani srl, storica azienda di autolinee con sede a Scerne di Pineto, sintetizza così la situazione del mercato del noleggio degli autobus. E prova a dare qualche consiglio sugli aspetti da considerare per viaggiare in sicurezza.
«Trasportiamo fino a 80 persone, abbiamo in mano decine di vite umane dobbiamo essere i primi a poter stare tranquilli», sottolinea. «Un autobus ha dei costi, che non sono bassi, quando si ha in mente il concetto di qualità: la manutenzione dev’essere frequente, i ricambi originali, gli pneumatici nuovi e non ricostruiti. Anche la scelta dei dipendenti è importante. Spesso, seppur nei limiti della legge, si scelgono soluzioni low cost, come i voucher. E' un lavoro troppo delicato, noi non affidiamo i viaggiatori a sconosciuti. I nostri autisti, infatti, sono tutti dipendenti, o al massimo rientrano in un bacino di stagionali che però già conosciamo».
«Insomma», osserva Di Pietro, «un mezzo buono costa, la manutenzione costa, i ricambi costano, un dipendente in regola costa. In altre parole, la sicurezza ha un costo e sotto una certa cifra non si può scendere. I nostri clienti sanno che i nostri prezzi, seppure più alti di quelli di vettori low cost, sono onesti. Spesso ci si preoccupa degli aspetti estetici, dell’hotel, ma si risparmia sui pullman e a malapena ci si informa su quale sia il vettore. Le scuole, per le gite scolastiche, in molti casi chiedono preventivi ad agenzie di fuori regione e pensano solo al prezzo più basso, senza neanche informarsi circa il vettore. Questo comporta conseguenze negative su più fronti, non solo perché si uccide una categoria, ma anche perché si rischia in termini di sicurezza».
«E' fondamentale», aggiunge il responsabile di E. Di Febo Capuani, «sapere qual è l'azienda, perché è il vettore che fa la sicurezza, non il mezzo. Purtroppo anche la legge, in tal senso, non aiuta: mancano strumenti di certificazione che consentano di capire in modo oggettivo che differenza c'è tra un'azienda e un'altra. Noi non temiamo i controlli frequenti da parte delle forze dell'ordine: per chi, come noi, lavora in modo serio, rappresentano una certificazione della nostra qualità e non un timore. Ben vengano i controlli, io li farei tutti i giorni», conclude Di Pietro. (l.d.)