«Danni allo stadio, ora il Pescara paghi»
La commissione Sport: la società deve 380 mila euro per l’impianto rovinato durante le partite e per l’uso dei magazzini
PESCARA. Il Pescara calcio torna in B e puntualmente ricominciano i guai con il Comune. Problemi ancora una volta di natura economica, perché l’ente vanterebbe un credito nei confronti della società di circa 380mila euro. Soldi che adesso vengono richiesti.
I debiti del Pescara. Ad occuparsi della questione è stata ieri mattina la commissione Sport. Il consigliere indipendente Fausto Di Nisio si è presentato alla riunione con un dossier riguardante il Pescara calcio, all’interno del quale figurano varie richieste di pagamento che l’ente ha inviato alla società negli ultimi tre anni, nonché una bozza della transazione bonaria per porre fine al contenzioso. Di Nisio, dopo aver studiato attentamente le carte, è arrivato alla conclusione che il canone di affitto dello stadio Adriatico al Pescara calcio copre a malapena un quarto della spesa sostenuta dall’ente per la manutenzione dell’impianto. Ma non solo. L’amministrazione comunale si trova spesso a dover pagare i danni causati dai tifosi durante le partite di calcio. Soldi che non sarebbero stati mai rimborsati negli ultimi quattro anni.
In pratica, a detta del consigliere, la Delfino Pescara 1936 avrebbe accomulato un debito nei confronti del Comune di circa 80mila euro, per alcuni canoni di affitto dei magazzini dello stadio non pagati e altri 300mila euro per non aver ancora rimborsato i lavori realizzati dall’ente dopo ogni partita per i danni causati all’impianto sportivo dalle tifoserie. Totale, 380mila euro.
Canone troppo basso. Un altro problema è il canone di affitto dello stadio che non riesce a coprire le spese dell’ente. Il Pescara calcio paga per ogni partita diurna circa 1.500 euro e circa 1.800 per ogni incontro notturno.
«Il Comune, invece», ha fatto notare Di Nisio, «spende il quadruplo, cioè tra i 5mila e i 6mila euro ad ogni partita, per la manutenzione dell’impianto e per il personale». Per questo motivo, la commissione starebbe studiando l’ipotesi di aumentare il canone per adeguarlo ai costi fissi per lo stadio Adriatico.
La proposta di accordo. Nel dossier presentato da Di Nisio c’è anche una bozza di accordo, che sarebbe stata stilata su proposta della società sportiva. La bozza, non ancora firmata, prevede in sostanza la compensazione del debito di 80mila euro con la spesa sostenuta dalla Delfino Pescara 1936 per alcune migliorìe allo stadio. Per questo motivo, la società ha presentato una dettagliata nota spese: si va dalle recinzioni con i betafence, all’acquisto del software per il controllo degli accessi, dalla manutenzione dei tonelli, al noleggio dei gruppi elettrogeni, dalla ristrutturazione degli spogliatoi, ai lavori edili per le trasmissioni televisive. «Interventi che hanno avuto come contraltare i diritti televisivi della Lega», ha spiegato Di Nisio, «queste spese non possono essere caricate sulla collettività. È necessario stabilire un concetto di equità». «È giunto il momento di disciplinare in un apposito accordo i rapporti tra Comune e la Delfino Pescara sull’utilizzo dello stadio», ha aggiunto il capogruppo di Centro democratico Adelchi Sulpizio, «perché soltanto fissando le regole si potrà mettere fine a questo rimbalzo di richieste e responsabilità tra le parti».
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