Debito di 158 mila euro per il ponte del Mareil Comune di Pescara citato in giudizio

Il curatore fallimentare della ditta Mospeca accusa l’ente di non aver pagato tutti i lavori

PESCARA. Il ponte del Mare, l'opera simbolo della città, quasi interamente finanziata da privati, rischia di trasformarsi in una stangata per il Comune. Il tribunale di Pescara ha emesso un decreto ingiuntivo per costringere l'amministrazione a versare 158.352 euro, oltre agli interessi, alla Mospeca, la ditta capofila che ha realizzato l'imponente struttura.

Lo ha richiesto il curatore fallimentare dell'impresa Laura Battistuzzi, perché l'ente non avrebbe provveduto a pagare alcune quote dei lavori. Ma l'amministrazione comunale non è intenzionata a pagare tutta la cifra richiesta e, su proposta dell'assessore al contenzioso Berardino Fiorilli, ha già presentato opposizione al decreto ingiuntivo.

Insomma, rischia di nascere un contenzioso legale per un'opera realizzata dalla precedente amministrazione, guidata dall'ex sindaco D'Alfonso e conclusa due anni e mezzo fa. E' costata in tutto oltre 7 milioni di euro e la quasi totalità della somma è stata finanziata dalla fondazione PescarAbruzzo, Fater, Almacis, Toto, Ferri holding e Di Properzio. La Mospeca era capofila di un'associazione temporanea d'impresa composta anche dalle società De Cesaris e Solisonda.

I motivi sono spiegati in un passaggio della relazione stilata dalla direttrice dell'Avvocatura comunale Paola Di Marco. «La parte ricorrente (la Mospeca, ndr)», si legge, «riferisce che, in associazione con altre due società, è risultata vincitrice della pubblica gara e ha pertanto eseguito i lavori per la realizzazione del ponte ciclopedonale sul fiume Pescara e che i lavori richiesti sono stati portati a termine il 29 settembre del 2009, nel rispetto delle previsioni del capitolato speciale di appalto». «L'impresa», prosegue la relazione, «sostiene, inoltre, che il Comune di Pescara non ha provveduto al pagamento relativo al quinto certificato di pagamento e al sesto e ultimo certificato, per un totale di 158.352 euro, come da fatture numero 1 bis/2010 e numero 2/2010». Stando alla data delle due fatture, sarebbe l'attuale amministrazione responsabile del mancato pagamento.

Tra l'altro, il curatore fallimentare avrebbe ripetutamente richiesto al Comune di pagare i lavori e nonostante i numerosi solleciti non sarebbe stato versato neanche un euro. L'ente, in compenso, ha contestato la cifra richiesta. «Con una nota a firma del Responsabile unico del procedimento, l'ingegner Giuliano Rossi», spiega ancora la direttrice dell'ufficio legale, «il settore ha relazionato sull'errata quantificazione dell'importo richiesto in decreto a titolo di interessi legali e moratori». Rossi avrebbe assicurato, inoltre, che sarebbe in corso di pagamento la somma di 137.002 euro, cioè oltre 20.000 euro in meno di quanto richiesto dal curatore fallimentare della Mospeca.

L'amministrazione ha quindi deciso di opporsi al decreto ingiuntivo, affidando la rappresentanza dell'ente all'avvocato dell'ufficio legale Lorena Petaccia.

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