Del Turco, scontro sulle foto in aula
Caiazza: la prova della difesa è negli scatti. Ciprietti: accusa intonsa
PESCARA. Battibecchi, diverbi, frecciate: i primi testimoni del processo della sanità hanno accesso l'aula, un preludio alla prossima udienza che, secondo il calendario serrato fissato dal giudice, andrà in scena tra 3 giorni, mercoledì 6.
Nell'aula 1 entreranno altri testimoni chiamati dall'accusa rappresentata dal procuratore capo Nicola Trifuoggi e dai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli. Sono le segretarie dell'ex patron di Villa Pini Katia Pace, Sandra Ciufici e Valentina Di Giosaffatte chiamate a rispondere ancora su quella presunta tangente da 200 mila euro che sarebbe stata portata all'ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco da Vincenzo Maria Angelini, poi, tornato indietro da Collelongo con una busta di mele.
I soldi, il portone di casa di Del Turco, le buste e le mele sono state fotografate dall'autista Dario Sciarrelli che ha accompagnato Angelini a Collelongo e quelle immagini, non di grande qualità, sono state proiettate in aula accompagnate dal lungo racconto dell'autista. Ma è da quelle foto, dalla numero 82 alla 95, che l'avvocato di Del Turco, il romano Gian Domenico Caiazza, il giorno dopo un'udienza accesa, trae soddisfazione: «La nostra prova è nelle foto».
E prosegue: «In quelle foto ci sono fantasmi e verrà il turno dei nostri periti che si sono occupati dell'individuazione delle persone ritratte nelle immagini». I consulenti tecnici, inseriti nella lista dei testimoni della difesa, sono Giacomo Gloria e Maurizio Arnone che dovranno riferire appunto del contenuto della macchinetta fotografica. Per Caiazza, l'ultima udienza con la testimonianza dell'autista è stata fondamentale «perché», spiega, «dall'autista è arrivata una conferma pubblica e definitiva e, quando sarà il nostro turno, forniremo la prova del mendacio». Ma dall'ultima udienza, Caiazza, come aggiunge, si porta dietro «un senso di frustrazione» perché «finalmente ho la possibilità di controesaminare un teste dopo tre anni e alla seconda domanda sul patrimonio dell'autista siamo stati interrotti anche se con garbo. Comunque, so con certezza matematica che quello che ha detto l'autista è falso: la nostra prova è nelle foto. C'è un'altra cosa fondamentale in questo processo: quando un imputato ha preso i soldi è possibile non riuscire a trovarli, ma è impossibile non trovare traccia di quel denaro».
Quelle stesse foto e quella lunga testimonianza dell'autista sulla presunta tangente, hanno un altro sapore per l'avvocato Sabatino Ciprietti che difende Vincenzo Angelini. «Quello che Angelini ha detto nell'incidente probatorio è stato confermato, ha avuto un riscontro totale nelle foto e nella testimonianza. Non ci sono state sbavature, solo conferme. Non ci sono stati dubbi nella testimonianza precisa e dettagliata dell'autista nonostante l'incalzare abile della difesa di Del Turco.
Il profilo accusatorio esce intonso dalla testimonianza di Dario Sciarrelli: il macigno probatorio non è stato sfrondato». Molte volte, durante il processo a carico dell'ex governatore, si è parlato di quel viaggio a Collelongo e dei tempi di percorrenza e lo stesso testimone ha raccontato di andare molto veloce in auto: «A tavoletta», ha detto in aula. E Ciprietti chiosa: «La velocità di Sciarrelli era un altro fatto probatorio ed è stato confermato».
Nell'aula 1 entreranno altri testimoni chiamati dall'accusa rappresentata dal procuratore capo Nicola Trifuoggi e dai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli. Sono le segretarie dell'ex patron di Villa Pini Katia Pace, Sandra Ciufici e Valentina Di Giosaffatte chiamate a rispondere ancora su quella presunta tangente da 200 mila euro che sarebbe stata portata all'ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco da Vincenzo Maria Angelini, poi, tornato indietro da Collelongo con una busta di mele.
I soldi, il portone di casa di Del Turco, le buste e le mele sono state fotografate dall'autista Dario Sciarrelli che ha accompagnato Angelini a Collelongo e quelle immagini, non di grande qualità, sono state proiettate in aula accompagnate dal lungo racconto dell'autista. Ma è da quelle foto, dalla numero 82 alla 95, che l'avvocato di Del Turco, il romano Gian Domenico Caiazza, il giorno dopo un'udienza accesa, trae soddisfazione: «La nostra prova è nelle foto».
E prosegue: «In quelle foto ci sono fantasmi e verrà il turno dei nostri periti che si sono occupati dell'individuazione delle persone ritratte nelle immagini». I consulenti tecnici, inseriti nella lista dei testimoni della difesa, sono Giacomo Gloria e Maurizio Arnone che dovranno riferire appunto del contenuto della macchinetta fotografica. Per Caiazza, l'ultima udienza con la testimonianza dell'autista è stata fondamentale «perché», spiega, «dall'autista è arrivata una conferma pubblica e definitiva e, quando sarà il nostro turno, forniremo la prova del mendacio». Ma dall'ultima udienza, Caiazza, come aggiunge, si porta dietro «un senso di frustrazione» perché «finalmente ho la possibilità di controesaminare un teste dopo tre anni e alla seconda domanda sul patrimonio dell'autista siamo stati interrotti anche se con garbo. Comunque, so con certezza matematica che quello che ha detto l'autista è falso: la nostra prova è nelle foto. C'è un'altra cosa fondamentale in questo processo: quando un imputato ha preso i soldi è possibile non riuscire a trovarli, ma è impossibile non trovare traccia di quel denaro».
Quelle stesse foto e quella lunga testimonianza dell'autista sulla presunta tangente, hanno un altro sapore per l'avvocato Sabatino Ciprietti che difende Vincenzo Angelini. «Quello che Angelini ha detto nell'incidente probatorio è stato confermato, ha avuto un riscontro totale nelle foto e nella testimonianza. Non ci sono state sbavature, solo conferme. Non ci sono stati dubbi nella testimonianza precisa e dettagliata dell'autista nonostante l'incalzare abile della difesa di Del Turco.
Il profilo accusatorio esce intonso dalla testimonianza di Dario Sciarrelli: il macigno probatorio non è stato sfrondato». Molte volte, durante il processo a carico dell'ex governatore, si è parlato di quel viaggio a Collelongo e dei tempi di percorrenza e lo stesso testimone ha raccontato di andare molto veloce in auto: «A tavoletta», ha detto in aula. E Ciprietti chiosa: «La velocità di Sciarrelli era un altro fatto probatorio ed è stato confermato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA