Delitto di Sant'Omero, l'ospedale verrà intitolato a Ester Pasqualoni
La decisione presa dal manager Asl come omaggio all'oncologa. L'autopsia conferma la brutalità dell'omicidio: colpita più volte al torace e al collo. Domani a Teramo i funerali
TERAMO. La Asl di Teramo intitolerà ad Ester Pasqualoni, la dottoressa uccisa, l'ospedale Val Vibrata di Sant'Omero (Teramo). A renderlo noto il manager Roberto Fagnano, che sottolinea come la decisione rappresenti un segno tangibile del riconoscimento da parte della Asl «della sua passione per il lavoro, della sua umanità, della sua professionalità». La stessa Asl, nel ricordare la dottoressa, ieri aveva sottolineato come rappresentasse un vero e proprio baluardo del day hospital oncologico e come fosse un medico sempre pronto ad ascoltare ed aiutare gli altri.
L'AUTOPSIA. L'esame autoptico compiuto questo pomeriggio dal dottor SIlvestro Mauriello, medico legale di Roma Tor Vergata, ha confermato la brutalità con la quale Enrico Di Luca ha ucciso Ester Pasqualoni: diversi i colpi di arma da taglio inferti sia al torace che al collo. Un accanimento compiuto con una roncola ben affilata. Confermata la morte per asfissia per Di Luca, che si è suicidato strangolandosi con due fascette auto bloccanti, di quelle che gli elettricisti utilizzano per bloccare i cavi elettrici.
LE INDAGINI E IL SUICIDIO. «O lo arrestiamo o si suicida», si è lasciato sfuggire giovedì notte un investigatore. Enrico Di Luca non ha retto al peso del suo gesto: ha scelto di togliersi la vita. Il 69enne di Martinsicuro, ex investigatore privato, si è stretto attorno al collo due fascette di plastica per cavi elettrici. E si è lasciato morire a poche ore di distanza dall’omicidio della donna che lui perseguitava, Ester Pasqualoni, 53 anni di Roseto, responsabile del day hospital oncologia, sgozzata a colpi di roncola intorno alle 16 di giovedì nel parcheggio dell’ospedale di Sant’Omero.
SANGUE NELL’AUTO. Sembra la cronaca di un suicidio annunciato. Il corpo di Di Luca è stato scoperto alle 12 di ieri dai carabinieri. Era sotto il letto nell’appartamento della palazzina al civico 22/A di via Baracca, a Villa Rosa di Martinsicuro. Sotto casa, la sua Peugeot 105 bianca. Sporca del sangue del delitto e sequestrata dai carabinieri.
LA FINE. Quelle fascette strette attorno al collo non gli hanno dato scampo. Il persecutore dell’oncologa Di Luca è morto strozzato. Il suicidio dell’uomo, che per gli investigatori è l’assassino della dottoressa, potrebbe risalire ai minuti immediatamente successivi all’efferato delitto commesso davanti all’ospedale Val Vibrata. Per poche ore si è pensato che fosse scappato. Invece no. Il ritrovamento sotto casa dell’auto vista fuggire sgommando dall’ospedale, aveva poi fatto sospettare l’epilogo del suicidio. La conferma è arrivata quando ieri i carabinieri della compagnia di Alba Adriatica e della stazione di Martinsicuro hanno controllato gli alloggi della palazzina di Villa Rosa. Dall’amministratore condominiale si sono fatti consegnare il mazzo di chiavi degli appartamenti non occupati. Il 22/A era chiuso dall’interno. Lì i carabinieri hanno trovato il corpo dell’ex investigatore. A quel punto hanno informato il pm titolare dell’inchiesta, Davide Rosati, che insieme al Reparto operativo provinciale ha raggiunto il luogo. Una ricognizione veloce prima del nulla osta alla rimozione del cadavere. Dunque, non ci sarà un processo per l’omicida-suicida Di Luca. La giustizia chiuderà il caso con una seconda archiviazione, come quella degli esposti presentati dalla vittima contro il suo persecutore. Ma la macchina investigativa dovrà andare avanti per avere la certezza che le tracce di sangue trovate nella Peugeot appartengono alla donna assassinata. Sarà l’anello che unirà senza ombra di dubbio vittima e carnefice. Anche se della roncola, utilizzata per colpire a morte l’oncologa di Roseto, non c’è alcuna traccia.
GLI ESPOSTI A VUOTO. I sospetti su Di Luca sono emersi subito dopo l’omicidio di Ester Pasqualoni. I carabinieri hanno immediatamente scandagliato la vita del medico scoprendo che aveva presentato due esposti al commissariato di Atri (il 24 e il 27 gennaio 2014) ai quali si era aggiunto un verbale di sequestro di una telecamera (nell’aprile 2014) dei carabinieri di Roseto nei confronti del 69enne. Ma quegli esposti erano stati archiviati e non per un cavillo giuridico. L’oncologa rosetana, secondo quanto ha raccontato ieri il suo avvocato, decise di non presentare opposizione all’archiviaziane. Temeva di esacerbare ancora di più l’animo di Di Luca. Ma un effetto i due esposti l’avevano prodotto. Il 30 gennaio del 2014, infatti, il questore di Teramo impose l’ammonimento a Di Luca. Lo stalker era stato avvertito: doveva tenersi a distanza dalla donna. Caterina Longo, avvocato e amica dell’oncologa assassinata, conosce le carte, le stringe in mano e dice al Centro: «Ester chiedeva semplicemente protezione»
CHI ERA DI LUCA. Sembra incredibile ma un vicino di casa afferma: «Era uomo cortese e tranquillo». A parlare è Antonio Piscitelli, «non c’era tra di noi una vera e propria amicizia», aggiunge, «ma per me era una persona a modo». Di Luca era sposato con una francese, da cui aveva divorziato, ed era padre di un figlio che vive in Francia. Veniva da una famiglia benvoluta e conosciuta di Isola del Gran Sasso. Ma nessuno in realtà lo conosceva davvero e fino in fondo.
OGGI L'AUTOPSIA, DOMANI I FUNERALI. Si svolgeranno domani pomeriggio alle 16.30, nella chiesa della Madonna della Salute a Teramo, a Villa Mosca, i funerali della dottoressa Ester Pasqualoni, uccisa mercoledì nel parcheggio dell'ospedale Val Vibrata di Sant'Omero (Teramo). Nella stessa chiesa, da questa sera alle 20 sarà allestita la camera ardente. In occasione dei funerali a Roseto, la città dove l'oncologa viveva insieme ai figli, sarà proclamato il lutto cittadino in concomitanza con i funerali, dalle 16 alle 18.
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