PESCARA
Detenuto in escandescenze aggredisce due agenti
Ennesimo episodio nel carcere di San Donato. Il SINAPPE: "Basta passerelle"
PESCARA - Ancora un'aggressione ai danni del personale di polizia penitenziaria nel carcere di San Donato. A rivelarlo è il sindacato SINAPPE che riferisce quanto accaduto nelle ultime ore. Un detenuto straniero avrebbe preso a pugni un assistente capo coordinatore provocandogli la frattura del polso sinistro e di una costola, con una prognosi di 20 giorni. Contuso (tre giorni di prognosi) anche un secondo agente. L'autore dell'aggressione era stato recentemente trasferito a Pescara.
"Continua la serie infinita di aggressioni: la sicurezza dei poliziotti è inesistente. Lo sfollamento quando avverrà? Si fanno solo passerelle per apparire sui giornali, ma le soluzioni dove sono?", si chiede il segretario provinciale del SINAPPE Giuseppe Di Domizio.
Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi contusi, “la vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario nazionale. La tensione nelle carceri è palpabile ogni istante ed è grave che a pagare lo scotto siano i servitori dello Stato: è un’offesa alla Nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all'interno di un carcere mentre si è soggetto ad un’opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli! Il grave evento critico di Pescara, per altro, è solo l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano la necessità di un intervento urgente e sistematico per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari”.
Per il vice segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria Mauro Nardella "Un istituto quello di Pescara che da tanto, troppo tempo vive condizioni insopportabili fatte di sovraffollamento di detenuti e di gravissima carenza di organico. Un istituto che non conosce tregua in quanto a eventi critici e aggressioni al personale soprattutto dal momento in cui l'egida provveditoriale è stata spostata a Roma. Bisogna assolutamente riportare il palazzo amministrativo penitenziario regionale nella sua sede d'origine qual è appunto la città Pescara. Ridare spessore al carcere cittadino riproponendo un Provveditorato la cui sede naturale dovrebbe ricadere proprio in quel palazzo a suo tempo appositamente costruito e costato svariati milioni di euro deve essere una priorità".