L'AQUILA AL VOTO
Di Benedetto superato dalle liste
Grande sconfitto Trifuoggi. Il Movimento 5 Stelle per la prima volta in consiglio
L’AQUILA. Un divario così ampio tra centrosinistra e centrodestra forse non era prevedibile all’inizio della campagna elettorale. Poi, man mano Pierluigi Biondi è riuscito a ricompattare la coalizione e tutti erano convinti di essere vicini a Americo Di Benedetto. Invece, il responso delle urne ha detto: ballottaggio, ma con il centrosinistra avanti di 11 punti, 47,01% e 35,93%. Grande sconfitto di queste elezioni, l’ex magistrato Nicola Trifuoggi, fuori dal consiglio comunale.
Da un’analisi dei voti dei due candidati sindaci dei maggiori schieramenti al comune dell’Aquila, emergono due aspetti: Americo Di Benedetto, del centrosinistra, è stato superato di quasi 4 punti percentuali dai voti della coalizione; lui ha preso il 47,01% (pari a 18.275 voti), le liste il 50,92% (pari a 19.243 voti). Questo può significare due cose: la prima, che Di Benedetto non è stato un candidato “forte”, cioè non ha fatto da locomotiva della coalizione; la seconda, che qualcuno che conta all’interno del Pd, non ha digerito fino in fondo la sua candidatura, opposta a Pierpaolo Pietrucci alle Primarie, e gli ha fatto mancare quell’appoggio che, per un migliaio di voti, lo avrebbe portato a vincere al primo turno.
Il secondo aspetto è la situazione nel centrodestra, dove il candidato sindaco Biondi ha fatto da traino, con il suo 35,93% (pari a 13.967 voti) a fronte del 33,79% delle liste (12.763 voti).
C’è anche da rilevare, però, che dopo le due liste dei maggiori partiti, il Pd (con 6.470 voti, pari al 17,13%) e Forza Italia (con 3.899 voti, pari al 10,31%), la terza forza tra le liste è quella di Americo Di Benedetto, Il Passo Possibile, che ha fatto registrare poco meno di FI (3.236 voti, pari all’8,57%), precedendo Noi Con Salvini (2.564, 6,79%) e Meloni Fratelli d’Italia (2.190, 5,80%). Poi vengono tutte le liste civiche, la prima delle quali, Democratici e Progressisti Articolo 1 per L’Aquila, è al 4,64%.
E se il Movimento 5 Stelle ha fatto flop rispetto alle previsioni (in linea comunque con quanto accaduto nel resto d’Italia), al comune dell’Aquila per la prima volta siederà un consigliere del Movimento di Beppe Grillo, Fabrizio Righetti, che ha ottenuto un successo personale con 1.889 voti (pari al 4,86%), superando la sua lista (1.476 voti, pari al 3,91%).
Ottimo il risultato di Carla Cimoroni, che ha avuto un grande successo personale (2.441 voti, pari al 6,28%) ed è la terza forza della città, dopo Di Benedetto e Biondi. Le due liste civiche, però, nel 2012 capeggiate da Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini, avevano ottenuto, pur separate, l’11% complessivo, conquistando due consiglieri. Non ce la farà Vittorini, quindi è possibile che L’Aquila Chiama venga rappresentata solo dalla Cimoroni.
Ma il vero sconfitto di queste elezioni, come dettto, è l’ex magistrato Nicola Trifuoggi, che resta fuori anche dal consiglio comunale. Le aspettative erano molto diverse. L’ex vicesindaco ha ottenuto appena 1.049 voti (2.70%), anche se ha superato abbondamente le sue due liste (778 voti, 2,06%). Impalpabili Giancarlo Silveri (774 voti, 1,99%) e Claudia Pagliariccio (477, 1,23%).
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Da un’analisi dei voti dei due candidati sindaci dei maggiori schieramenti al comune dell’Aquila, emergono due aspetti: Americo Di Benedetto, del centrosinistra, è stato superato di quasi 4 punti percentuali dai voti della coalizione; lui ha preso il 47,01% (pari a 18.275 voti), le liste il 50,92% (pari a 19.243 voti). Questo può significare due cose: la prima, che Di Benedetto non è stato un candidato “forte”, cioè non ha fatto da locomotiva della coalizione; la seconda, che qualcuno che conta all’interno del Pd, non ha digerito fino in fondo la sua candidatura, opposta a Pierpaolo Pietrucci alle Primarie, e gli ha fatto mancare quell’appoggio che, per un migliaio di voti, lo avrebbe portato a vincere al primo turno.
Il secondo aspetto è la situazione nel centrodestra, dove il candidato sindaco Biondi ha fatto da traino, con il suo 35,93% (pari a 13.967 voti) a fronte del 33,79% delle liste (12.763 voti).
C’è anche da rilevare, però, che dopo le due liste dei maggiori partiti, il Pd (con 6.470 voti, pari al 17,13%) e Forza Italia (con 3.899 voti, pari al 10,31%), la terza forza tra le liste è quella di Americo Di Benedetto, Il Passo Possibile, che ha fatto registrare poco meno di FI (3.236 voti, pari all’8,57%), precedendo Noi Con Salvini (2.564, 6,79%) e Meloni Fratelli d’Italia (2.190, 5,80%). Poi vengono tutte le liste civiche, la prima delle quali, Democratici e Progressisti Articolo 1 per L’Aquila, è al 4,64%.
E se il Movimento 5 Stelle ha fatto flop rispetto alle previsioni (in linea comunque con quanto accaduto nel resto d’Italia), al comune dell’Aquila per la prima volta siederà un consigliere del Movimento di Beppe Grillo, Fabrizio Righetti, che ha ottenuto un successo personale con 1.889 voti (pari al 4,86%), superando la sua lista (1.476 voti, pari al 3,91%).
Ottimo il risultato di Carla Cimoroni, che ha avuto un grande successo personale (2.441 voti, pari al 6,28%) ed è la terza forza della città, dopo Di Benedetto e Biondi. Le due liste civiche, però, nel 2012 capeggiate da Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini, avevano ottenuto, pur separate, l’11% complessivo, conquistando due consiglieri. Non ce la farà Vittorini, quindi è possibile che L’Aquila Chiama venga rappresentata solo dalla Cimoroni.
Ma il vero sconfitto di queste elezioni, come dettto, è l’ex magistrato Nicola Trifuoggi, che resta fuori anche dal consiglio comunale. Le aspettative erano molto diverse. L’ex vicesindaco ha ottenuto appena 1.049 voti (2.70%), anche se ha superato abbondamente le sue due liste (778 voti, 2,06%). Impalpabili Giancarlo Silveri (774 voti, 1,99%) e Claudia Pagliariccio (477, 1,23%).
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