Di Primio attacca il Cda dell’Aca: carrozzone politico
Chieti, il sindaco si sente penalizzato per i flussi razionati e le interruzioni notturne che affliggono la città bassa
CHIETI. La richiesta, inoltrata al prefetto di Chieti, Fulvio Rocco de Marinis, di convocare con urgenza un tavolo di concertazione allargato ai Comuni del comprensorio chietino e ai vertici dell’Aca per scongiurare altri disagi idrici in piena estate, l’affondo diretto al cda dell’Aca definito un «carrozzone politico» e infine l’annuncio dell’imminente entrata in funzione del nuovo serbatoio di Madonna della Vittoria, a Chieti, che aumenterà la fornitura di acqua allo Scalo. Sono i punti sui quali il sindaco, Umberto Di Primio, all’indomani dello sciopero della sete inscenato davanti alla sede dell’Aca di Pescara per protestare contro le chiusure notturne dell’acqua allo Scalo e a Brecciarola, ha voluto fare chiarezza.
Il tema dell’emergenza idrica in città che resta difficile. E tutto questo accade nonostante che il primo cittadino abbia strappato all’Aca un paio di litri di acqua in più per i serbatoi cittadini e sia riuscito a scongiurare interruzioni totali di acqua dalla mezzanotte alle 5 del mattino nella vallata. Dove, nelle ore notturne, verranno erogati 30 litri di acqua al secondo, in pratica gli stessi flussi idrici concessa dall’Aca in condizioni normali.
«Parliamo di pochi litri di acqua che comunque non permetteranno di rifornire i piani alti delle abitazioni della vallata sprovviste di autoclave ma, almeno, eviteranno» spiega il sindaco, «lo svuotamento completo dell’anello di distribuzione dello Scalo. Le condotte vuote provocavano gravi disagi alla popolazione fino alla tarda mattinata, in quanto occorre del tempo per riempire le tubature, e rischiavano di creare problemi sanitari. Non potevo permettere il protrarsi di questa situazione». Causata, a detta del sindaco, dall’incapacità del management dell’Aca, l’azienda acquedottistica che gestisce in maniera diretta il sistema idrico dello Scalo e rifornisce i serbatoi del Colle, che sono di competenza comunale. «Non parlo dell’apparato tecnico bensì del cda che è» attacca il sindaco «un carrozzone politico e basta. Non si spiega, altrimenti, la scelta cervellotica di chiudere l’acqua allo Scalo, la zona più popolosa della mia città, un capoluogo di provincia d’Abruzzo, che ospita un campus universitario e l’ospedale più grande della regione. Chiedo solo parità di trattamento». Di nuovo bacchettato anche Giuseppe Di Michele. Il vice presidente dell’Aca aveva liquidato la protesta del sindaco invitato a riparare i guasti alla rete idrica cittadina. «Oggetto, in due anni, di oltre due milioni di euro di lavori effettuati, per lo più, allo Scalo. Abbiamo ridotto di quasi 2 milioni di metri cubi gli sprechi, nonostante una fornitura idrica che dal 2001 a oggi», annota ancora Di Primio, «è diminuita in media tra i 15 e i 28 litri al secondo». L’assessore ai lavori pubblici Mario Colantonio aggiunge: «Entro metà di luglio, entrerà in funzione il nuovo serbatoio di Madonna della Vittoria che ha una capacità di 2 mila e 500 metri cubi di acqua e di 3 mila metri cubi di accumulo. Migliorerà» assicura Colantonio «la situazione idrica della vallata». Alessandro Marzoli, Pd, suggerisce una class action contro l’Aca.
Jari Orsini
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