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Di Renzo: 11 motivi per non abbattere Palazzo Sirena
FRANCAVILLA. I Democratici per Francavilla lanciano una sottoscrizione per il “Manifesto per Palazzo Sirena”: 11 punti che spiegano le ragioni del no alla demolizione della parte più vecchia dell’edi...
FRANCAVILLA. I Democratici per Francavilla lanciano una sottoscrizione per il “Manifesto per Palazzo Sirena”: 11 punti che spiegano le ragioni del no alla demolizione della parte più vecchia dell’edificio, prevista nel progetto di ristrutturazione dell’amministrazione Luciani. «Non occorre demolire palazzo Sirena», afferma Stefano Di Renzo, capogruppo consiliare, «ma fare sì che l’intervento di ristrutturazione del complesso culturale storico-architettonico, luogo centrale e memoria collettiva della città di Francavilla, divenga l'occasione per una architettura di qualità, che coniughi i valori della tradizione con l’innovazione». Nel manifesto viene attribuito all’edificio, un «oggettivo valore artistico e architettonico. Esempio di architettura razionalista, è espressione di un movimento architettonico che ha lasciato il segno a livello nazionale ed internazionale, ed ha rappresentato l’ultimo momento culturale per l’architettura italiana prima dell’avvento dei “palazzinari”, responsabili della distruzione delle nostre città e della cementificazione di Francavilla. Un'architettura di qualità nasce dalla re-interpretazione, in chiave moderna, dei segni della memoria», e «la necessità di rendere efficiente e sicuro un edificio può ben coesistere con la conservazione della memoria storica. Si può conservare l'involucro e ridefinire gli spazi». Rilevando che «in tutti i paesi europei si fa ricorso a concorsi di architettura per compiti di tale portata», nel Manifesto si condanna «l’incarico fiduciario, affidato al di là della indubbia professionalità», in «occasione persa in tal senso». E poi, conclude Di Renzo, «una “città bella” si ottiene soprattutto con il confronto e il coinvolgimento diretto della cittadinanza. Si valutino progetti alternativi senza demagogia. La bellezza non può essere imposta con giudizi semplicistici, non condivisibili, distruggere significa rinuncia al confronto».
Giuseppina Gherardi
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