francavilla - la polemica sul resort
Di Renzo: «In questa città conta solo il cemento»
FRANCAVILLA. I Democratici per Francavilla sollecitano la revisione delle norme tecniche approvate dal consiglio comunale, per evitare la trasformazione in appartamenti del resort Le Vele e di tutti...
FRANCAVILLA. I Democratici per Francavilla sollecitano la revisione delle norme tecniche approvate dal consiglio comunale, per evitare la trasformazione in appartamenti del resort Le Vele e di tutti gli alberghi presenti a Francavilla. «Con l’intenzione palesata dal sindaco Luciani di voler modificare la destinazione d’uso del resort da albergo in residenza, viene in essere la strategia che già un anno fa avevo denunciato votando contro il provvedimento», afferma il capogruppo Stefano Di Renzo, «e che viaggia verso il mancato perseguimento dell’interesse pubblico a favore di esigenze di carattere economico, che nulla hanno a che fare con il concetto di rigenerazione urbana della città. Una decisione tanto riprovevole, anche alla luce della recente approvazione della monetizzazione degli standard da poco passata in consiglio, che avrà effetti disastrosi sul tessuto urbanistico di Francavilla».
Il consigliere d’opposizione si chiede «come sia possibile ridurre, e nella maggior parte dei casi eliminare, gli standard urbanistici indicati dallo specifico decreto ministeriale e come si possa pensare e realizzare una città dove ciò che conta è solo il cemento e dove gli spazi vitali come parchi, giardini, piazze, parcheggi, vengono ridotti a moneta corrente». Secondo Di Renzo, «con questa politica urbanistica un cittadino di Francavilla non potrà mai usufruire dei servizi o standard necessari che oggi vengono negati dal sindaco Luciani, come verranno del tutto eliminate le prospettive del rilancio turistico della città». Per questo, «la scelta più opportuna relativamente al resort ma anche a tutti gli alberghi presenti sul territorio»,incalza il capogruppo dei Democratici per Francavilla, «sarebbe quella di rivedere l’articolo 14 delle norme tecniche si attuazione e vietare la trasformazione in residenza. Il ruolo della politica dovrebbe essere quello di incentivare un settore vitale per la città come il turismo e non quello di svendere il territorio». Di Renzo prosegue nel suo attacco ricordando che «la Provincia di Chieti con una nota del luglio 2012 aveva sonoramente bocciato la delibera dei cambi di destinazione d’uso ritenendola viziata in più parti; in particolare l’aspetto tecnico relativo alla illegittima variazione degli strumenti di dettaglio attuativi. In sostanza essendovi un vincolo turistico-alberghiero contenuto nel piano attuativo non è possibile scavalcare tale vincolo con una semplice variante normativa; così come si sta procedendo si rischia di incorrere in una procedura illegittima oltre che disastrosa per il futuro turistico e commerciale della città». Di conseguenza, «ci ritroveremo di qui a qualche anno con tanti palazzi dormitorio in più, nessun albergo e soprattutto nessuno standard degno di questo nome».(g.g.)
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