Diecimila abruzzesi a Roma per papa Francesco
Un vero e proprio esodo guidato dall'Arcivescovo di Chieti-Vasto Monsignor Bruno Forte che ha portato con sé abruzzesi di ogni luogo, amici di parrocchiani o parenti in una piazza San Pietro gremita da circa 100mila persone per l’udienza generale del pontefice
ROMA Erano talmente tanti da mettere quasi in difficoltà centinaia di uomini della sicurezza, tra gendarmeria vaticana e guardie svizzere. Gli abruzzesi di Papa Francesco hanno dedicato tutta la giornata a lui, ieri, per l'udienza generale guidati dall'Arcivescovo di Chieti-Vasto Monsignor Bruno Forte. Un vero e proprio esodo quello della diocesi del chietino, che ha portato con sé abruzzesi di ogni luogo, amici di parrocchiani o parenti. Diecimila i pellegrini, in una piazza che ieri ne ha contenuto circa 100mila. Tra i fedeli della diocesi anche 150 sacerdoti, parroci delle realtà locali, e seminaristi. L'arrivo alla spicciolata, a partire dalle cinque del mattino in piazza San Pietro, fino a riempirla tutta entro le nove. Fedeli uno sopra l'altro, momenti di nervosismo ma con la consapevolezza che, di lì a poco, Papa Francesco sarebbe passato con la papa-mobile per salutarli uno ad uno, come fa ogni mercoledì per migliaia di persone. Ieri, però, era la giornata degli abruzzesi. Parrocchie dal teramano, scuole cattoliche. Da Pescara c'era anche l'Istituto Ravasco. I diecimila di Bruno Forte hanno occupato tutti lo stesso settore, stretti uno all'altro. All'arrivo del Papa sono scese le lacrime, la stessa emozione del giorno della sua elezione. Un suo sguardo, anche casuale, è arrivato come una benedizione per i tanti appoggiati alle transenne, per non perdere nemmeno un secondo di quel percorso. Durante l'udienza il Pontefice ha parlato ai suoi fedeli e più volte ha ricordato l'arcidiocesi di Chieti-Vasto. Ha parlato loro come se volesse una risposta. Ha invitato a non essere cristiani a giorni alterni, in dipendenza delle situazioni, ma sempre e totalmente. Ha chiesto a tutti di invocare lo Spirito Santo, ed ha rimarcato: «E lo farete? Non sento, lo farete?». Poi, ha affrontato il tema della verità. La verità non si afferra come una cosa ma si incontra: non è un possesso ma un incontro con una persona, con Gesù, che è la Parola di verità, ha detto. Ha poi salutato in tutte le lingue i fedeli del mondo accorsi in piazza per salutarlo, e ha annunciato la sua prima visita apostolica, che sarà a Cagliari a settembre nel santuario della Madonna di Bonaria. Questo perché tra la città sarda e Buenois Aires c'è una particolare fratellanza. Verrà anche in Abruzzo, Papa Francesco, o almeno si è detto disponibile a farlo sollecitato da monsignor Forte che ha incontrato personalmente il Pontefice, insieme ad una delegazione istituzionale della diocesi alla quale ha preso parte anche il sindaco di Chieti Umberto Di Primio. Ha prestato particolare attenzione ai giovani, papa Francesco, agli ammalati e agli sposi novelli. Ha detto ai primi di imitare la giovane di Nazaret, Maria. «Lei vi aiuti ad essere semplici, puri di cuore e a portare un raggio di serenità dove c’è tristezza e solitudine. A voi, cari ammalati», ha proseguito, «auguro di vivere, con l’aiuto di Maria, la vostra situazione con fiducioso abbandono al Signore, Dio di ogni consolazione». In molti, alle sue parole, hanno pianto. Infine si è rivolto alle coppie giovani di sposi. «E voi, cari sposi novelli, possiate trovare sempre gioia e sostegno nella vostra reciproca fedeltà». Finita la mattinata è terminata anche l'udienza, ma la gente non voleva proprio andare via. Quasi a sperare in un ultimo saluto, un fuori programma di Papa Bergoglio per i suoi abruzzesi. La giornata dell'Arcidiocesi di Chieti-Vasto non si è conclusa con l'udienza generale. Nel pomeriggio i fedeli hanno avuto la Basilica di San Pietro interamente riservata per loro. Diecimila sedioline hanno accolto i pellegrini per la Santa Messa celebrata da Monsignor Forte. Questo è stato il suo regalo agli abruzzesi, che per un pomeriggio si sono sentiti ancora più vicini a Sua Eccellenza, che per la sua diocesi è molto più che un Pastore, è una guida che con carisma e con profondo amore ascolta i passanti, accoglie i fedeli che in San Pietro gli danno la mano o gli presentano i propri bambini. Ebbene, una trasferta come quella di ieri gli abruzzesi non se la ricordano. Le file all'uscita dell'autostrada, centinaia e centinaia di pullman fermi agli autogrill nel cuore della notte hanno segnato profondamente i pellegrini, anche quelli meno vicini dalla chiesa, quelli che nella giornata di ieri hanno vissuto semplicemente un appuntamento con la storia. In molti hanno raccontato di aver vissuto un'esperienza simile solo al tempo di Giovanni Paolo II. Questa volta, però, nessuno era solo a salutare il nuovo Papa. C'era un pezzo di Abruzzo in blocco, che questo evento lo stava preparando già da tanto tempo, e che nella giornata non ha avvertito il peso della stanchezza, il freddo del mattino, il guasto dell'autobus o la calca di gente in una piazza che ogni mercoledì, dallo scorso 13 marzo, è gremita più che mai. ©RIPRODUZIONE RISERVATA |