Dipendente Ato: licenziato ingiustamente
Di Giamberardino: «Ho avuto il contratto, ma non sono stato stabilizzato»
PESCARA. «Il 13 aprile ho ricevuto la lettera di licenziamento in cui c'è scritto che non avrei più dovuto svolgere nessuna prestazione lavorativa all'Ato e che il contratto era nullo con decorrenza immediata. Io ho iniziato a lavorare all'Ato dopo un colloquio, poi con un contratto a tempo indeterminato e seguendo i passaggi della procedura decisi dal segretario Fabrizio Bernardini. E' stato lui, poi, a non portare a termine la procedura di stabilizzazione». A parlare è Vincenzo Di Giamberardino, uno degli 8 dipendenti licenziati dall'Ato.
Per Di Giamberardino, assessore ai Lavori pubblici a Pianella e membro del direttivo provinciale del Pd, non c'è stata nessuna procedura irregolare nella sua assuzione, come in quella degli altri sette dipendenti dell'ente che gestisce l'acqua. L'Ato pescarese, infatti, ha deciso di licenziare 8 dipendenti tra tecnici e amministratori a causa dell'inesistenza di un concorso pubblico e facendo esultare l'associazione Codici che, negli iultimi anni, aveva presentato diffide e denunce per le posizioni illegittime ricoperte da alcuni dipendenti.
Ma Di Giamberardino che, come gli altri dipendenti, si è affidato all'avvocato Paolo Mazzotta e ha presentato ricorso, ripercorre le tappe dedlla sua assunzione: «Nel 2005, dopo il colloquio, ho stipulato un contratto a tempo indeterminato firmato da me, dal segretario generale Fabrizio Bernardini e dai sindacati. Quel contratto, in seguito al commissariamento dell'Ato, è stato trasformato da privatistico a nazionale, con gli enti locali». In seguito, prosegue il lavoratore, «nel 2009, il segretario avrebbe dovuto iniziare e concludere la procedura di stabilizzazione entro il 31 dicembre 2010 come previsto dalla legge, ma non l'ha fatto».
Intanto, sull'Ato è stata aperta anche un'inchiesta giudiziaria con quattro indagati. «Se io e gli altri dipendenti ci ritroviamo in questa situazione è perché Bernardini, anche segretario generale della Provincia di Pescara, non ha concluso la procedura di stabilizzazione e perché, da quando è stato eletto in Provincia, non frequenta più l'Ato». Intanto, venerdì scorso gli otto dipendenti hanno presentato ricorso. Sono tecnici e amministratori che hanno ricevuto la lettera con cui l'ente dichiarava nullo il rapporto di lavoro. Una decisione arrivata dopo il parere richiesto un mese e mezzo fa a un consulente legale, Antonio Vallebona, già perito della procura nell'inchiesta sulle assunzioni facili e che avrebbe accertato la nullità dei rapporti di lavoro proprio a causa dell'inesistenza di un concorso pubblico.
Per Di Giamberardino, assessore ai Lavori pubblici a Pianella e membro del direttivo provinciale del Pd, non c'è stata nessuna procedura irregolare nella sua assuzione, come in quella degli altri sette dipendenti dell'ente che gestisce l'acqua. L'Ato pescarese, infatti, ha deciso di licenziare 8 dipendenti tra tecnici e amministratori a causa dell'inesistenza di un concorso pubblico e facendo esultare l'associazione Codici che, negli iultimi anni, aveva presentato diffide e denunce per le posizioni illegittime ricoperte da alcuni dipendenti.
Ma Di Giamberardino che, come gli altri dipendenti, si è affidato all'avvocato Paolo Mazzotta e ha presentato ricorso, ripercorre le tappe dedlla sua assunzione: «Nel 2005, dopo il colloquio, ho stipulato un contratto a tempo indeterminato firmato da me, dal segretario generale Fabrizio Bernardini e dai sindacati. Quel contratto, in seguito al commissariamento dell'Ato, è stato trasformato da privatistico a nazionale, con gli enti locali». In seguito, prosegue il lavoratore, «nel 2009, il segretario avrebbe dovuto iniziare e concludere la procedura di stabilizzazione entro il 31 dicembre 2010 come previsto dalla legge, ma non l'ha fatto».
Intanto, sull'Ato è stata aperta anche un'inchiesta giudiziaria con quattro indagati. «Se io e gli altri dipendenti ci ritroviamo in questa situazione è perché Bernardini, anche segretario generale della Provincia di Pescara, non ha concluso la procedura di stabilizzazione e perché, da quando è stato eletto in Provincia, non frequenta più l'Ato». Intanto, venerdì scorso gli otto dipendenti hanno presentato ricorso. Sono tecnici e amministratori che hanno ricevuto la lettera con cui l'ente dichiarava nullo il rapporto di lavoro. Una decisione arrivata dopo il parere richiesto un mese e mezzo fa a un consulente legale, Antonio Vallebona, già perito della procura nell'inchiesta sulle assunzioni facili e che avrebbe accertato la nullità dei rapporti di lavoro proprio a causa dell'inesistenza di un concorso pubblico.
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