Discarica Bussi, a rischio i risarcimenti per l’amianto

Un decreto legge del 2011 esclude dai fondi molti lavoratori del polo chimico che si sono rivolti a un pool di avvocati

BUSSI SUL TIRINO. C'è anche il problema dell’amianto. Tra quelle tonnellate di rifuti tossici, inquinanti e contaminanti situati sia nella discarica Tremonti che nei siti di interesse nazionale (quello Solvay), spunta la questione della massiccia presenza di amianto contenuto negli impianti e, soprattutto, nelle coperture degli stabilimenti industriali (onduline in eternit), con le centinaia di posizioni giudiziali dei lavoratori che attendono di avere benefici per essere stati a contatto con il materiale nocivo per decenni. La soluzione del problema sarebbe nell’approvazione del Piano nazionale amianto che promulghi una normativa sia per la bonifica dei siti, sia per creare un fondo vittime dell’amianto, nonché per apportare emendamenti all’attuale normativa e ripartire i benefici previdenziali dei lavoratori in grado di dimostrare di esserne rimasti esposti. Benefici che si concretizzano non con economie dirette, ma a livello contributivo, accorciando ad esempio gli anni per la pensione. Una condizione che favorirebbe la quiescenza di molti lavoratori della fabbrica chimica di Bussi contribuendo a dare soluzione al problema occupazionale.

Fino al 2011 vigeva il Dpr 639 del 1960 che non poneva termini di scadenza fra la domanda amministrativa del riconoscimento di benefici e quella giudiziale, ci si basava sulla giurisprudenza conclamata. Con il decreto legge 98 del 2011 sono stati posti paletti precisi: il tempo fra le due domande non può superare i tre anni. Una normativa che viene applicata retroattivamente, escludendo tutte quelle posizioni di lavoratori che hanno avanzato domanda amministrativa molti anni prima del 2011. Un bel nodo da sciogliere. A seguire le pratiche dei lavoratori sono l’avvocato Giulio Di Beradino di Bussi e i legali di uno studio di Sulmona, Gabriele Silvestri, Fabio Liberatore e Nino Sirolli, convenzionati con la Uil e la Cgil che assistono le centinaia di lavoratori dell'area industriale di Bussi a titolo gratuito.

Tutta la problematica è stata oggetto di una manifestazione nazionale a Roma lo scorso 8 ottobre dove sono stati presenti numerosissimi i lavoratori bussesi che appoggiati anche dai parlamentari Felice Casson, Maria Antezza e Antonio Boccuzzi hanno sottoscritto il pacchetto di richieste presentato al governo Letta dal coordinamento nazionale che contiene la sollecitazione dell’approvazione del Piano nazionale Amianto, l’istituzione del fondo vittime dell’amianto, la discussione su disegno di legge per la riapertura delle domande dei benefici previdenziali e la bonifica dei siti.

Walter Teti

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