Discarica Bussi, l’Aca tranquillizza: "Oggi nessun pericolo l’acqua si può bere"

L’azienda: i pozzi contaminati sono stati chiusi nel 2007 Il sindaco Mascia: i cittadini devo sapere cosa hanno bevuto

PESCARA. «I pozzi Sant’Angelo sono stati chiusi dal 2007 e il costante monitoraggio dell’Aca conferma l’assoluta potabilità dell’acqua». E’ il presidente dell’Aca Vincenzo Di Baldassare a sgomberare i dubbi sulla bontà dell’acqua e a tranquillizzare i consumatori: oggi l’acqua si può bere. A ricordare la chiusura dei pozzi è anche Lorenzo Livello, il direttore tecnico dell’azienda che gestisce l’acqua perché, come spiega, «una volta chiusi i pozzi Sant’Angelo furono attivati i nuovi che si trovano a monte della zona inquinata, i pozzi San Rocco che captano l’acqua dalla falda del Gran Sasso. Quindi, la situazione è sicura». L’Aca, come spiegano, monitora costantemente l’acqua e «i nostri controlli in tutti i Comuni, alcuni settimanali, altri mensili», aggiunge Livello, «non solo sono approvati dall’Aca ma anche dalla Asl. Quindi, ripete, non c’è nessun pericolo: l’acqua si può bere».

IL FATTO "Contaminata l'acqua destinata a 700mila persone"
Le analisi choc in versione integrale / Il videoreportage / Foto

La relazione dell’Istituto superiore della sanità si riferisce a campioni dal 2004 al 2007 prelevati in tanti luoghi: a Castiglione, a Tocco, a Bussi, a Chieti, a Pescara come ad esempio nella fontana in corso Umberto. Da quell’epoca, inoltre, i pozzi Sant’Angelo sono stati chiusi anche se per molti la discarica, attualmente, resta un enigma: continuano ancora a uscire sostanze inquinanti? E’ la falda ad essere inquinata? In questa direzione non si hanno ancora risposte certe ma gli amministratori tranquillizzano che l’acqua, oggi, si può bere. E’ quello che fa anche il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia che, ieri, come racconta, ha ricevuto centinaia di telefonate da cittadini «che di nuovo si sono visti ripiombare nell’incubo di sette anni fa», spiega Mascia, «quando inaspettatamente venne ordinata la chiusura dei pozzi di Bussi, quelli che per quarant’anni avevano rifornito di acqua potabile Pescara e la sua provincia, lasciando a secco migliaia di famiglie». «L’esito delle relazione dell'Istituto superiore di sanità sulla discarica di Bussi e sui suoi veleni è terrificante», commenta Mascia, «e ha purtroppo confermato i peggiori timori della popolazione. Oggi», conclude Mascia, «la popolazione ha il diritto di conoscere ogni aspetto, di chiedere che si faccia chiarezza e ha il diritto di sapere se può ritenersi al sicuro o meno. Ma quella di Bussi», dice il primo cittadino, «è una vergogna che non può esimere le istituzioni dalle proprie responsabilità, istituzioni che mi chiedo come possano non essersi mai accorte di nulla dagli anni Settanta fino al 2007». (p. au.)

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