Discarica Bussi, la cassazione accoglie il ricorso contro l’assoluzione di Catena e D’Ambrosio

Sì al ricorso del Pm Mantini. I due, ai vertici rispettivamente di Ato e Aca, erano usciti dal processo dopo il depotenziamento del capo di imputazione da avvelenamento doloso ad adulterazione delle acque.

PESCARA. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura di Pescara contro la sentenza del Gup Luca De Ninis che aveva derubricato il capo di imputazione della vicenda della discarica Bussi sul Tirino ( Pescara) - il più grande deposito di veleni d’Europa che fa riferimento allo stabilimento Montedison - da avvelenamento di acque al meno grave di adulterazione. Nell’ex stabilimento erano stati interrati per decenni dei rifiuti tossici che avrebbero, secondo l’inchiesta, inquinato le acque del fiume Pescara e le sorgenti dell’acqua pubblica della Val Pescara. Il Gup De Ninis nel maggio del 2011 aveva rinviato a giudizio 19 imputati tra ex amministratori e vertici Montedison, ma aveva assolto i vertici di Ato e Aca, Giorgio D’Ambrosio e Augusto Catena, dopo aver depotenziato il capo di imputazione da avvelenamento doloso ad adulterazione delle acque.

Il ricorso del pm Anna Mantini riguardava proprio la posizione dei vertici Ato e Aca. Con la sentenza emessa venerdì scorso la Cassazione - le cui motivazioni saranno rese pubbliche nei prossimi giorni - ha rinviato al Gup il non luogo a procedere sul reato depotenziato disponendo un nuovo procedimento, probabilmente indicando come reato da valutare quello più grave, mentre nello stesso tempo ha dichiarato inammissibile il ricorso di Codici e della stessa Procura in merito a turbativa d’asta. Qualora un nuovo Gup a Pescara dovesse rinviare a giudizio i vertici Aca e Ato per avvelenamento, tutto il procedimento giudiziario ripartirebbe da capo non più a Pescara ma alla Corte d’Assise di Chieti.

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