Discarica di Bussi, l'allarme. I medici: "Patologie anomale in aumento in Abruzzo"
Maurizio Ortu presidente di Omceo (Ordini medici chirurghi ed odontoiatri) dell’Aquila: deriverebbero dall’inquinamento delle falde acquifere
SULMONA. Medici e esperti denunciano nuove patologie, finora poco diffuse sul territorio abruzzese. Patologie che deriverebbero dall’inquinamento delle falde acquifere. Proprio in questi giorni entra nel vivo il processo per la discarica dei veleni di Bussi. Il sito industriale chimico avrebbe versato nel fiume Tirino, fino agli anni Settanta, una tonnellata al giorno di veleni residui della produzione. Secondo gli esperti - che si confronteranno venerdì e sabato a Sulmona in un congresso nazionale - gli effetti dannosi sulla salute si starebbero manifestando ora.
«L’allarme relativo alla contaminazione di falde acquifere, coltivazioni e allevamenti» spiega il dottor Maurizio Ortu presidente provinciale L’ Aquila di Omceo (Ordini medici chirurghi ed odontoiatri) «pone un’attenzione sempre maggiore agli aspetti che conseguono all’assunzione di cibi e bevande frutto di materie prime inquinate. Purtroppo» sottolinea «sono all’ordine del giorno notizie relative ad agenti inquinanti su terreni, vegetazione e armenti, che incidono in modo spesso definitivo sull’ambiente. Da ultimo le preoccupanti notizie di inquinamento delle falde acquifere proprio nelle terre d’ Abruzzo. Triste conseguenza di quanto accaduto sembra essere l’aumento di patologie, alcune prima poco conosciute e diffuse, relative a fattori inquinanti che vanno a corrompere i soggetti coinvolti nella catena alimentare. La prevenzione e il trattamento di patologie legate ad una catena alimentare resa non salubre dall’inquinamento» conclude Ortu «assume fondamentale importanza per la cultura e l’istruzione di ogni sanitario, dato che il futuro della nostra salute e di quella del nostro pianeta si giocherà sull’ alimentazione in cui sono compresi ovviamente anche i farmaci».