Discarica, no al progetto ma a lavori già assegnati

Bussi, la Regione contesta il piano di messa in sicurezza del commissario Goio il quale però annuncia di aver già espletato la gara d’appalto per 4 milioni

BUSSI SUL TIRINO. La Regione boccia il progetto del commissario Adriano Goio per la realizzazione di una barriera metallica per isolare la mega discarica dei veleni delalex Montedison dalle falde acquifere. Ma di fronte alle critiche sollevate ieri durante la conferenza dei servizi al ministero dell'Ambiente dal geologo della Regione Massimo Ranieri, il commissario Goio ha annunciato di aver già appaltato l'opera per un importo di 4 milioni di euro a una ditta specializzata di Città Sant'Angelo che ha poraticato un ribasso del 17 per cento.

Il progetto promosso dal commissario Goio, elaborato dal professor Quintilio Napoleoni, è stato concepito per completare la messa in sicurezza di emergenza (Mise) della vasta area – iniziata con la realizzazione del capping, cioè la copertura superficiale del sito per impedire il percolamento delle acque meteoriche negli strati e falde profonde – con la barriera metallica disposta lungo il perimetro dell'area con la funzione di impedire la penetrazione, per contatto, di acque contaminate nei terreni adiacenti.

Ranieri ha sostenuto l'assenza di sufficienti conoscenze sulla circolazione delle acque sotterranee e quindi sull'efficacia del progetto realizzato. Un elaborato sicuramente legato al capping che prevede anche il suo ancoraggio alla barriera metallica in modo da costituire un ivolucro di isolamento alle centinaia di migliaia di metri cubi di materiali contaminati depositati nel sito. «La mancanza di dati anche sperimentalil sulla situazione idrogeologica del sottosuolo del sito», riferisce Augusto De Sanctis, presente al tavolo dei lavori quale rappresentante del Wwf, «è stata ammessa dai responsabili del progetto che comunque però è stato mandato avanti con l'idea di concludere la fase di messa in sicurezza di emergenza. Ma a cinque anni dalla scoperta della discarica, credo che l'emergenza sia bella e che passata. Semmai oggi è necessario effettuare la messa in sicurezza definitiva del sito. Perciò tutto ci lascia pensare che una volta realizzata la barriera di pannelli metallici, quei 280mila metri cubi di tereno super inquinato resti per molto tempo a fare bella mostra di se nel sito di Tremonti di Bussi».

Il Wwf si era già opposto al progetto di Goio chiedendo che non fosse attuato ed al contrario si iniziasse la bonifica del sito, utilizzando quei 50 milioni di euro messi a disposizione dal governo che il commissario potrà utilizzare in tre trance annuali fino al 2014/15. «E' stato fatto rilevare che per completare la bonifica», riprende De Santis, «occorrono ben 100 milioni di euro che oggi non sono disponibili. Noi rispondiamo che intanto le operazoini potrebbero iniziare proprio dal punto dove oggi si vuole realizzare la barriera di protezione in modo da eliminare la causa della possibile contaminazione delle falde adiacenti e poi attendere e cercare altri finanziamenti da parte dello Stato per completare l'operazione. Insomma la nostra preoccupazione è che a fronte di 1,5 milioni di euro già investiti e 4 da investire si stia al punto di partenza senza che si possa efficacemente ridurre l'inquinamento e risanare l'ecosistema fluviale e territoriale dell'alta Val Pescara».

Walter Teti

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