PRESENTAZIONE ALL’AQUILA

Domani “Una vita, quasi due” La vita di Miriam Mafai in un libro

L’AQUILA «Sono nata sotto il segno felice del disordine». Inizia così il libro “Una vita, quasi due” dell’indimenticabile giornalista e scrittrice Miriam Mafai che si è spenta lo scorso aprile ad 86...

L’AQUILA

«Sono nata sotto il segno felice del disordine». Inizia così il libro “Una vita, quasi due” dell’indimenticabile giornalista e scrittrice Miriam Mafai che si è spenta lo scorso aprile ad 86 anni. Il libro è un’autobiografia interrotta; la Mafai aveva iniziato a scrivere il libro qualche anno fa, ma la morte le ha impedito di raccontarci la sua straordinaria esperienza di giornalista, quello che invece è riuscita a donarci, è un lascito prezioso. Il libro, curato dalla figlia Sara Scalia, è lo sguardo penetrante di una bambina, poi ragazza e infine donna non comune, ostinata e coraggiosa, sul dipanarsi della storia. Domani, giovedì 13 dicembre, alle ore 17.30, il libro sarà presentato a L’Aquila presso l’aula Sericchi del centro Strinella 88, alla presenza dei figli della Mafai, Sara e Luciano Scalia, con la partecipazione di Luciana Di Mauro e Nadia Tarantini; la presentazione è a cura della Biblioteca delle Melusine. Miriam era figlia di artisti, padre pittore Mario e la madre pittrice e scultrice Antonietta Raphaël, ebrea fuggita dai pogrom della Lituania e giunta in Italia dall’Inghilterra. Miriam fu donna cui la vita non passò accanto, ne fu invece protagonista: visse gli anni dei bombardamenti a Genova e dell’occupazione nazista a Roma, durante la quale assieme alla sorella distribuiva clandestinamente “l’Unità”. Nel dopoguerra la fortissima passione, prima civile e solo dopo politica, che la portò a proseguire la militanza come funzionaria del Pci in Abruzzo e assessore comunale a Pescara. Poi gli eventi del 1956, le rivelazioni del XX Congresso del Pcus, l’invasione dell’Ungheria, e il suo trasferimento a Parigi, per cominciare una nuova pagina della sua esistenza, quella che non ha fatto in tempo a scrivere.

Barbara Bologna

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