«Don Orione e il suo amore per l’Abruzzo»

Pescara ricorda il santo a settant’anni dalla sua morte in un convegno con l’arcivescovo Valentinetti

PESCARA. La città di Pescara ha ricordato don Orione. Lo ha fatto con un convegno dal titolo «Don Orione: ho sempre amato l'Abruzzo», che si è svolto nei giorni scorsi al cinema teatro Sant’Andrea di Pescara, in occasione dei cento anni del terremoto nella Marsica, dei settant'anni della morte di don Orione e dei cinquanta della presenza degli orionini a Pescara.

A fare gli onori di casa, don Primo Coletta, direttore del Don Orione di Pescara, che ha ricordato come «tra i primi sacerdoti che si adoperarono alla nascita dell'Opera don Orione a Pescara ci fu don Gaetano Piccinini». Dopo i saluti di monsignor Tommaso Valentinetti arcivescovo di Pescara-Penne, Giovanni Di Pangrazio sindaco di Avezzano ed Emilio Longhi consigliere comunale in rappresentanza del sindaco Marco Alessandrini, il convegno, coordinato dal giornalista Piergiorgio Greco è entrato nel vivo.

Don Flavio Peloso, superiore dell'Opera don Orione, ha affermato che «don Orione ha sempre amato l'Abruzzo». «È stato un amore a prima vista», ha detto, «la prima vista dell’Abruzzo fu quando, il mattino del 18 gennaio 1915, egli giunse sul luogo del terremoto, nella Marsica e vide lo strazio di quella gente per la quale poi si spese generosamente, appassionatamente». Il religioso ha poi spiegato come don Orione si mosse nell'opera di soccorso dei terremotati della Marsica. «Arrivò a Roma la sera del 15 gennaio, ma non andò subito ad Avezzano. Da buon stratega della carità, si fermò a Roma per prendere contatti e disporre le relazioni per un buon intervento di soccorso e per la successiva accoglienza degli orfani».

Don Peloso, poi, ha riportato anche lettere e ricordi di alcuni testimoni di quell'opera di soccorso, da Ignazio Silone a Gaetano Piccinini, Ernesto Campese e altri. Di Silone, in particolare, ha ricordato la testimonianza al processo di canonizzazione di don Orione.

Da parte sua, il professor Tito Forcellese dell'università di Teramo ha ricordato le caratteristiche del carisma orionino: «la missione evangelizzatrice e l'apostolato nelle comunità di migranti, lo spirito ecumenico, l'amore e la devozione al papa, le numerose opere di carità per i poveri e gli ultimi, l'unità tra dottrina e pastorale, l'esperienza cristiana come incontro».

©RIPRODUZIONE RISERVATA