Dragaggio, l'altolà degli ambientalisti
Quattro associazioni si schierano contro l'ipotesi di gettare i fanghi in mare: "Sono rifiuti, vanno smaltiti nelle discariche". Oggi il vertice in prefettura sui lavori urgenti al porto
PESCARA. Dopo le proteste dei pescatori e degli operatori marittimi, arrivano le contestazioni degli ambientalisti sul porto. Ieri, alla vigilia del maxi vertice in prefettura sul dragaggio, è arrivata una nota delle associazioni Italia nostra, Marevivo, Miladonnambiente ed Ecoistituto Abruzzo che boccia l'ipotesi di gettare in mare i fanghi inquinati recuperati dai fondali insabbiati.
Questa soluzione, che verrà presa in esame oggi, durante la riunione, convocata per le 10,30 dal neo sottosegretario all'Ambiente Giampiero Catone, consentirebbe di velocizzare i lavori di escavo del porto e del porto canale - chiusi, rispettivamente, alle navi commerciali e ai pescherecci per i fondali troppo bassi - e di ridurre fortemente i costi.
Ma gli ambientalisti intravedono in questa operazione dei grossi rischi per il mare. «Ci sembra, ogni giorno di più, di vivere in una realtà ribaltata», sostiene Edvige Ricci, «direttori dell'agenzia preposti alla tutela dell'ambiente e sottosegretario all'Ambiente che sperano, esattamente come il presidente della Camera di commercio, di poter buttare in mare, tal quali, i fanghi del porto. E i pescatori che si dicono d'accordo». «Come se l'ambiente mare e l'ambiente fiume», afferma, «dovessero essere considerati dei tappeti, sotto cui nascondere l'immondizia. Come se le sostanze chimiche (anche se fossero solo idrocarburi) e le sabbie fangose, dalla granulometria difforme, sversate in mare, non andassero a compromettere i tessuti viventi degli organismi marini, a cominciare dai molluschi e, conseguentemente, la qualità e la quantità del pesce del mare».
«Ci sbagliamo», si chiede la rappresentante delle associazioni ambientaliste, «a ritenere che, giuridicamente - a partire dal decreto ministeriale del 1996, passando per le direttive europee, i codici del catalogo rifiuti Cer, con direttiva del 2007 sul recupero e smaltimento - il materiale di dragaggio sia da considerare e da trattare come rifiuto, quindi non sversabile in alcun luogo tal quale, meno che mai in mare?».
Osservazioni che potrebbero influenzare le decisioni del tavolo di oggi, cui prenderanno parte i rappresentanti di Regione, Provincia, Comune, Ispra, Arta, ministeri di Ambiente e Infrastrutture, Istituto superiore della sanità, Camera di commercio. La marineria si attende una risposta concreta sul dragaggio, in caso contrario riprenderà la protesta. (a.ben.)
Questa soluzione, che verrà presa in esame oggi, durante la riunione, convocata per le 10,30 dal neo sottosegretario all'Ambiente Giampiero Catone, consentirebbe di velocizzare i lavori di escavo del porto e del porto canale - chiusi, rispettivamente, alle navi commerciali e ai pescherecci per i fondali troppo bassi - e di ridurre fortemente i costi.
Ma gli ambientalisti intravedono in questa operazione dei grossi rischi per il mare. «Ci sembra, ogni giorno di più, di vivere in una realtà ribaltata», sostiene Edvige Ricci, «direttori dell'agenzia preposti alla tutela dell'ambiente e sottosegretario all'Ambiente che sperano, esattamente come il presidente della Camera di commercio, di poter buttare in mare, tal quali, i fanghi del porto. E i pescatori che si dicono d'accordo». «Come se l'ambiente mare e l'ambiente fiume», afferma, «dovessero essere considerati dei tappeti, sotto cui nascondere l'immondizia. Come se le sostanze chimiche (anche se fossero solo idrocarburi) e le sabbie fangose, dalla granulometria difforme, sversate in mare, non andassero a compromettere i tessuti viventi degli organismi marini, a cominciare dai molluschi e, conseguentemente, la qualità e la quantità del pesce del mare».
«Ci sbagliamo», si chiede la rappresentante delle associazioni ambientaliste, «a ritenere che, giuridicamente - a partire dal decreto ministeriale del 1996, passando per le direttive europee, i codici del catalogo rifiuti Cer, con direttiva del 2007 sul recupero e smaltimento - il materiale di dragaggio sia da considerare e da trattare come rifiuto, quindi non sversabile in alcun luogo tal quale, meno che mai in mare?».
Osservazioni che potrebbero influenzare le decisioni del tavolo di oggi, cui prenderanno parte i rappresentanti di Regione, Provincia, Comune, Ispra, Arta, ministeri di Ambiente e Infrastrutture, Istituto superiore della sanità, Camera di commercio. La marineria si attende una risposta concreta sul dragaggio, in caso contrario riprenderà la protesta. (a.ben.)
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