Dragaggio porto, la marineria pescarese chiede garanzie per tornare in mare a Natale
Ma i tempi per il dragaggio del porto canale, chiuso ormai da più di 260 giorni, restano un rebus
PESCARA. Vogliono tornare in mare prima di Natale i pescatori. E per questo ieri sono andati a chiedere garanzie in Regione. Ma i tempi per il dragaggio del porto canale, chiuso ormai da più di 260 giorni, sono ancora un rebus. E finora di certo c’è solo che le buste inviate dalle ditte che hanno partecipato alla gara indetta per liberare i fondali del porto verranno aperte il 28 novembre.
L’incontro tra i rappresentanti di Regione, Provincia, Comune, Camera di commercio e Capitaneria di porto e una delegazione di armatori e di imprese di servizi portuali si è tenuto ieri nella sede pescarese della Regione di viale Bovio. Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, gli assessori Mauro Febbo e Carlo Masci e il consigliere Pdl Lorenzo Sospiri hanno registrato le richieste degli operatori, che lamentano il fatto di non poter tornare in mare all'inizio di dicembre, quando finirà il fermo, perché i lavori di dragaggio non saranno ancora a buon punto.
Gli esponenti della marineria, rappresentata dal presidente dell’associazione armatori Lucio Di Giovanni, dal suo vice Romeo Palestino e da Mimmo Grosso, Francesco Scordella e Giovanni Verzulli hanno chiesto alle istituzioni di attivarsi in tutti i modi possibili, anche presso il Governo centrale che deve occuparsi del dragaggio, affinché vengano individuate nuove forme di sostegno per tutti gli operatori che stanno subendo questa situazione , anche con una moratoria.
I pescatori, poi, vogliono anche un cronoprogramma esatto dei lavori perché temono che prima della seconda metà di gennaio non si cominci a scavare. «Il 3 dicembre scade il fermo straordinario», spiega Di Giovanni, «e noi abbiamo bisogno di sapere se ci sono i fondi per prolungarlo, se potremo tornare in mare o se dobbiamo cominciare a pensare di andare altrove per lavorare. Noi vogliamo tornare in mare almeno per Natale. Anche perché, un rinvio dopo l’altro, ci vuole poco a ritrovarsi a ridosso della stagione balneare (periodo in cui è vietato dragare ndr), con un pugno di mosche in mano».
Per la marineria il problema sono anche i soldi degli ammortizzatori che non arrivano e che, dopo mesi di blocco, stanno mettendo in difficoltà armatori e dipendenti. «Noi gli ultimi soldi li abbiamo visti all’inizio di luglio», dice Di Giovanni, «non si possono fermare così le attività».
La Regione, il presidente della Provincia Guerino Testa, il sindaco Luigi Albore Mascia, e il presidente della Camera di commercio Daniele Becci, hanno assicurato che si metteranno in moto per avere risposte e la prossima settimana incontreranno di nuovo le categorie per fare il punto della situazione.
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