E Bankitalia conferma il momento positivo 

Il direttore Ortolani: «Il Pil è cresciuto più che nel resto del Sud»

L'AQUILA. L'economia dell'Abruzzo cresce. Lo certifica Bankitalia. Nel 2023 il Pil è aumentato di quasi un punto percentuale, + 0,9%, anche se l’attività produttiva ha mostrato un rallentamento a partire dal secondo trimestre dell’anno scorso. È il quadro emerso dal rapporto annuale che la Banca d'Italia ha presentato ieri all'Aquila. Segnali positivi, con punte di eccellenza per automotive, turismo ed export, seppure con qualche criticità. L'Abruzzo è indietro sulla digitalizzazione.
LUCI ED OMBRE.
In Abruzzo, lo scorso anno, il Pil è cresciuto ma è anche proseguita la fase di debolezza ciclica dell’industria in senso stretto. Dall’Indagine sulle imprese e sui servizi condotta dalla Banca d’Italia è emerso un quadro di sostanziale stagnazione dei livelli di attività del comparto manifatturiero, con prospettive di ripresa per il 2024, pur nel quadro di elevata incertezza provocata dalle tensioni geopolitiche internazionali. Le esportazioni sono tornate a crescere in modo significativo (+13,6%) grazie alla marcata ripresa delle vendite di mezzi di trasporto, che hanno fatto registrare un +21,5%.
In forte espansione anche i prodotti farmaceutici (+49,4%): più della metà delle esportazioni dell’Abruzzo fa capo alle multinazionali presenti in regione che - secondo Bankitalia - si caratterizzano anche per una più elevata produttività rispetto alle altre imprese e per una diffusa partecipazione ai processi di innovazione. La maggior parte delle imprese abruzzesi intervistate nell’indagine Invind ha rispettato i programmi di investimento formulati per il 2023, che prefiguravano una sostanziale stabilità della spesa rispetto all’anno precedente.
«Il rapporto mostra una buona crescita del Pil, in linea con la media nazionale e superiore alla crescita del Mezzogiorno», ha spiegato Giuseppe Ortolani, direttore della filiale abruzzese di Bankitalia, «una crescita buona in un quadro macro economico complesso, con tensioni geopolitiche, inflazione e una politica monetaria conseguentemente restrittiva. Sono andate molto bene le esportazioni, in particolare del settore automotive e del farmaceutico. Anche le costruzioni hanno fatto registrare segnali positivi, grazie agli incentivi governativi, ai fondi del Pnrr e alla ricostruzione post sisma che prosegue».
RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA.
Nelle costruzioni, sempre nel 2023, è proseguito l’effetto espansivo degli incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio, anche se in attenuazione rispetto al biennio precedente. Secondo le indicazioni dell’indagine della Banca d’Italia presso un campione di imprese regionali del settore, i livelli di attività avrebbero beneficiato anche della realizzazione degli interventi legati al Pnrr. «Sono, allo stesso tempo, proseguite le opere di ricostruzione nei territori abruzzesi colpiti dagli eventi sismici», prosegue la ricerca, «ma in un contesto caratterizzato dal forte rialzo dei costi di finanziamento, si è registrata una marcata contrazione delle compravendite di immobili residenziali (-8,5%) dopo l’espansione rilevata nel biennio precedente».
CONSUMI IN FRENATA.
È risultato altresì brusco il rallentamento della crescita dei consumi delle famiglie, con appena un + 1,8% rispetto al 5,2% dell’anno precedente: un numero che continua a risentire della riduzione del potere di acquisto per effetto dell’inflazione, sebbene in misura inferiore rispetto al 2022. I redditi delle famiglie hanno continuato a ridursi in termini reali (-0,2%) nonostante il calo dell’inflazione, ma gli indicatori di povertà e di disuguaglianza dei consumi sono migliori in Abruzzo rispetto alla media del Paese, come risulta anche da un più contenuto ricorso delle famiglie alle forme di sostegno pubblico al reddito.
I prestiti alle famiglie sono cresciuti ancora nella componente del credito al consumo, mentre le erogazioni di mutui sono tornate sui valori minimi raggiunti durante le fasi più acute della pandemia, risentendo della debolezza della domanda, in un contesto di tassi di interesse in salita e di compravendite immobiliari in contrazione.
Nel comparto dei beni durevoli sono tornate ad aumentare le vendite di nuove auto (13,2%). E alla crescita delle presenze turistiche in regione (6,5%), significativamente più contenuta rispetto all’anno precedente, ha contribuito soprattutto la componente nazionale. Dall’indagine è risultato, inoltre, un diffuso utilizzo, da parte delle imprese, degli incentivi agli investimenti a sostegno della transizione energetica e tecnologica. Ulteriori agevolazioni sono previste dal Pnrr per gli investimenti delle piccole imprese ai fini del rilancio economico e sociale delle aree terremotate.
MERCATO INDUSTRIALE.
Nel 2023 i risultati economici sono rimasti positivi per larga parte delle aziende abruzzesi, nonostante il rallentamento congiunturale e l’aumento dell’onerosità del debito bancario, più marcato per le imprese manifatturiere e per quelle medie e grandi.
I prestiti alle imprese della regione sono diminuiti del 3,3%, in particolare quelli alle aziende più piccole, per effetto sia di politiche di offerta più caute da parte degli intermediari sia della debolezza della domanda di finanziamenti. Sulla riduzione dei prestiti hanno inciso soprattutto i rimborsi da parte di imprese già indebitate, avvenuti anche anticipatamente rispetto alla scadenza, mentre la concessione di nuovi finanziamenti è stata nel complesso in linea con gli andamenti passati.
Quanto al mercato del lavoro, nel 2023 l’occupazione in Abruzzo è aumentata del 4%, recuperando ampiamente i livelli pre- pandemici, con andamenti positivi in tutti i principali comparti di attività. È cresciuta di 2,4 punti percentuali la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare quella femminile: in aumento anche la domanda di personale con competenze digitali avanzate, passata dal 61,2% nel 2017 al 66,9% del 2023. Ma le imprese abruzzesi rilevano ancora una difficoltà nel reperire sul mercato del lavoro le risorse qualificate richieste.
CREDITO E FINANZA.
Nel 2023 i prestiti al settore privato non finanziario sono diminuiti dell'1,8%. Dopo la fase fortemente espansiva del triennio precedente, i depositi bancari delle famiglie si sono ridotti del 2,7%. La spesa corrente primaria delle amministrazioni locali è aumentata nel 2023, trainata dalla dinamica dei pagamenti per l’acquisto di beni e servizi e delle spese per il personale. La spesa in conto capitale è tornata a crescere, sospinta dagli investimenti fissi che hanno beneficiato delle risorse del Pnrr.
Infine, nel mese di dicembre, risultavano bandite gare per un ammontare pari ai due terzi delle risorse destinate dal Pnrr agli enti locali abruzzesi, per le quali è richiesta una procedura di affidamento. E le maggiori entrate, anche da trasferimenti, hanno contribuito al miglioramento degli equilibri di bilancio delle amministrazioni locali e alla prosecuzione della fase di contrazione del debito.
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