E nelle intercettazioni spuntano gli accordi
Lo sfogo dell’imprenditore De Leonibus con Trisi e la paura di perdere l’affare: «Il secondo in gara ci supera»
PESCARA. «Quiss ci freca, archite’». Mentre la commissione di gara è riunita in un ufficio del Comune di Pescara per decidere chi vincerà l’appalto da quasi 7 milioni di euro per l’abbattimento dello svincolo a trombetta della circonvallazione all’altezza di via Pantini, l’imprenditore Vincenzo De Leonibus è allarmato: «Sto un po’ in ansia». In base a quello che gli ha appena rivelato l’amico Fabrizio Trisi, dirigente dei Lavori pubblici e uomo di fiducia di Forza Italia, l’impresa De Leonibus è in vantaggio sulla seconda ditta ma il distacco è troppo poco per starsene tranquilli. L’ora X della decisione scocca alle 15.30, massimo alle 16: «“A” se vince Vincenzo e “B” se vince quell’altro», questo scriverà «in tempo reale» un collaboratore di Trisi, piazzato in commissione per sorvegliare il procedimento amministrativo.
Le intercettazioni ricostruiscono come gli indagati dell’inchiesta “Tana delle tigri” – arrestati il 12 giugno scorso e ancora ai domiciliari per corruzione, peculato, turbativa d’asta e spaccio di cocaina – tentassero di addomesticare uno degli appalti che dovrebbe cambiare il volto della zona della Pineta dannunziana ma adesso rischia di accumulare ritardi su ritardi. E Trisi si arrabbia con il suo collaboratore che, in commissione, avrebbe dato punteggi troppo poco favorevoli a De Leonibus mettendo a repentaglio l’assegnazione dei lavori. Una profezia che poi si avvera: l’affare va a monte per il “quartiglio” a causa di un fuori programma burocratico.
Con la seduta ancora in corso, Trisi spiega all’imprenditore cosa sta succedendo: «È Gianluca che te l’ha abbassato un po’ di più. Se c’ero io... a quanto l’aumentavo di 0.8, ok. Ho messo 0.6». E Trisi spiega quanto un ritocco al rialzo possa fare la differenza per la vittoria: «Cioè t’avess abbassat, ehm... quando invece sta uno troppo vicino... sì, tu è vero che t’ha messo avanti ma ti sei (riferito a Gianluca) già reso conto che hai messo troppo poco avanti, è quella la domanda, no! Non te ne sei reso conto, grave eh. Capito? Io non avess sbajat cusci tant. L’errore sta nel farlo stare troppo vicino». E De Leonibus si preoccupa degli altri concorrenti: «Ma lu terz?». Risponde Trisi: «A 12 punti». E l’imprenditore rimane sorpreso della differenza: «Eh, addirittura».
Trisi spiega, un po’ in italiano e un po’ in dialetto, che i suoi collaboratori «sono bravi ragazzi ma non sono svelti»: «Allora, io so che Gianluca non è tanto svelto, svelto, svelto però come si fa?». E ancora: «Ingenuamente pensava stessi 10 avanti... non si è accorto. So’ 5 ditte, non riesce a tene’ 5 ditte sotto controllo. Io non... i so dett: chi sta secondo? Se fa invece di second i fi fa quart!».
Ma stavolta il cerchio non si chiude: nonostante «l’indebito intervento» di Trisi e i consigli affidati a De Leonibus sul ribasso d’asta da proporre – «Secondo me il 10% è tanto. Quant’è bell, è com s’aviss fatt il 30% di ribasso» _, l’affare sfuma. «Nu casin», sbotta De Leonibus, «però che vulem fa, quess è, non dipende da me, cioè sì, dipende da me, non so sbaiat i, capit?». E la guardia di finanza sintetizza: «De Leonibus dice che sono tre anni che combattono per questa cosa, è molto deluso».
Le intercettazioni ricostruiscono come gli indagati dell’inchiesta “Tana delle tigri” – arrestati il 12 giugno scorso e ancora ai domiciliari per corruzione, peculato, turbativa d’asta e spaccio di cocaina – tentassero di addomesticare uno degli appalti che dovrebbe cambiare il volto della zona della Pineta dannunziana ma adesso rischia di accumulare ritardi su ritardi. E Trisi si arrabbia con il suo collaboratore che, in commissione, avrebbe dato punteggi troppo poco favorevoli a De Leonibus mettendo a repentaglio l’assegnazione dei lavori. Una profezia che poi si avvera: l’affare va a monte per il “quartiglio” a causa di un fuori programma burocratico.
Con la seduta ancora in corso, Trisi spiega all’imprenditore cosa sta succedendo: «È Gianluca che te l’ha abbassato un po’ di più. Se c’ero io... a quanto l’aumentavo di 0.8, ok. Ho messo 0.6». E Trisi spiega quanto un ritocco al rialzo possa fare la differenza per la vittoria: «Cioè t’avess abbassat, ehm... quando invece sta uno troppo vicino... sì, tu è vero che t’ha messo avanti ma ti sei (riferito a Gianluca) già reso conto che hai messo troppo poco avanti, è quella la domanda, no! Non te ne sei reso conto, grave eh. Capito? Io non avess sbajat cusci tant. L’errore sta nel farlo stare troppo vicino». E De Leonibus si preoccupa degli altri concorrenti: «Ma lu terz?». Risponde Trisi: «A 12 punti». E l’imprenditore rimane sorpreso della differenza: «Eh, addirittura».
Trisi spiega, un po’ in italiano e un po’ in dialetto, che i suoi collaboratori «sono bravi ragazzi ma non sono svelti»: «Allora, io so che Gianluca non è tanto svelto, svelto, svelto però come si fa?». E ancora: «Ingenuamente pensava stessi 10 avanti... non si è accorto. So’ 5 ditte, non riesce a tene’ 5 ditte sotto controllo. Io non... i so dett: chi sta secondo? Se fa invece di second i fi fa quart!».
Ma stavolta il cerchio non si chiude: nonostante «l’indebito intervento» di Trisi e i consigli affidati a De Leonibus sul ribasso d’asta da proporre – «Secondo me il 10% è tanto. Quant’è bell, è com s’aviss fatt il 30% di ribasso» _, l’affare sfuma. «Nu casin», sbotta De Leonibus, «però che vulem fa, quess è, non dipende da me, cioè sì, dipende da me, non so sbaiat i, capit?». E la guardia di finanza sintetizza: «De Leonibus dice che sono tre anni che combattono per questa cosa, è molto deluso».