L'inchiesta Aquila Nera
Ecco i politici senza scorta che i neofascisti volevano eliminare: «Farà scalpore»
Nel mirino Casini, Del Turco e l'ex presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, sotto scorta da aprile al 30 settembre di quest’anno. L'ex presidente il 17 maggio dovette rinunciare ai comizi in programma a Gioia dei Marsi.
PESCARA. È stato sotto scorta da aprile al 30 settembre di quest’anno l’ex presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, che il 17 maggio dovette rinunciare ai comizi in programma a Gioia dei Marsi e ad Avezzano per motivi di sicurezza. Gli stessi motivi per cui gli fu sconsigliato, in piena campagna elettorale, di esporre sulla sua auto simboli politici che lo rendessero facilmente riconoscibile e, anche, di pubblicare sulla bacheca Facebook gli appuntamenti elettorali. E il tutto mentre, a settimane alterne, Digos e carabinieri iniziarono a scortarlo da mattina a sera.
A distanza di mesi, si scopre che il gruppo neofascista abruzzese arrestato ieri stava mettendo a punto un piano per attentare non solo a Chiodi, ma anche al predecessore di Chiodi, Ottaviano Del Turco, e a Pier Ferdinando Casini. «Politici senza scorta» e dunque obiettivi con alto indice di fattibilità che, con «i punti di aggregazione di extracomunitari», rappresentavano gli obiettivi da abbattere per avviare quella strategia della tensione di cui parla spesso il presunto capo del gruppo, Stefano Manni. Ma in realtà il pallino dei politici cel’hanno i lancianesi Luigi Di Menno Di Bucchianico e Katia De Ritis, come si evince da una lunga conversazione registrata durante una riunione a Lanciano a casa di De Ritis lo scorso 11 ottobre. In quella sede Di Menno incita il gruppo ad andare da Del Turco, l’ex governatore della Regione, «andiamolo a trovare, lo facciamo trovare impiccato, questi sono senza scorta». Poi Di Menno insiste con Chiodi e quando Manni gli chiede: «Ma oggi il tuo problema qual è, il governatore della Regione Abruzzo?». Di Menno replica: «È la casta dei politici, a me interessa colpire il politico, è lui il problema. Pianifichiamo di mettere in ginocchio i politici». Manni non è d’accordo, ce l’ha con gli italiani che stanno avallando il sistema, è loro che devo colpire, ma Di Ritis incalza: «Se tu ammazzi 10-11 politici in un giorno, la cosa farà scalpore». Manni propone allora il vice sindaco dell’Aquila (Nicola Trifuoggi) e la senatrice aquilana Stefania Pezzopane. ©RIPRODUZIONE RISERVATA