Ecosfera, scoperti conti correnti a Montecarlo
Indagini sui beni degli arrestati. Budget di 140 milioni per l'azienda legata alla Regione
PESCARA. Consistenti disponibilità di beni e di denaro ruotavano attorno agli indagati coinvolti nell'operazione Caligola su consulenze e assunzioni barattate in cambio di appalti europei. Quadri di rilevante valore, come nel caso di Lamberto Quarta, che ne parla al telefono con l'ex governatore Ottaviano Del Turco; ma anche depositi di denaro all'estero come per i padroni di Ecosfera, i coniugi Duilio Gruttadauria e Anna Teodoro, intestatari di conti soprattutto nel Principato di Monaco e con un giro d'affari di 140 milioni di euro, come ricostruiscono loro stessi in un'intercettazione.
IL DIALOGO REGISTRATO.
Teodoro: però, adesso...noi che abbiamo 140 milioni di euro da gestire...se tu dici a tutti questi...bene...adesso non c'è più cosa...promuovete!...Ma questi fanno come gli altri...prendono un contratto da 100 mila euro...da 70 mila euro...perché questa è la linea.
Gruttadauria: no, centomila, 70 mila, siccome tu dici che...
Teodoro: eh, ma chi ti gestisce i 140 milioni di euro?...Che è il nostro budget di commessa da gestire dei fondi comunitari...
Ed ecco un'altra conversazione tra i coniugi, registrata dalla polizia di Pescara.
Teodoro:...io sono propensa...io ci dovrei quasi arrivare...senza troppe difficoltà, a dare metà del costo della casa... e quindi i miei risparmi all'estero si riducono a zero. Io mando i soldi all'estero comunque perché...è bene che vadano all'estero...no?...però, di fatto, non sono miei ma tuoi.
Gruttadauria: comunque tieni presente che una parte dei soldi della casa...tu l'hai già pagata.
Teodoro: sì? Quando?
Gruttadauria:...perché una quota di arretrati...sono andati su quel conto e se ti dico...aggiungerei molto conveniente...
Secondo l'accusa, «gli indagati hanno dimostrato la loro attività (sia pubblica sia privata) al conseguimento di interessi patrimoniali in maniera illecita, agendo in sperimentata sincronia per condizionare in anticipo gare pubbliche e orientare verso i fini perseguiti il flusso del denaro pubblico».
Hanno agito in maniera sistematica «a tappeto, sfruttando ogni opportunità connessa a finanziamenti comunitari o, comunque, pubblici e avvalendosi dell'essenziale apporto di funzionari pubblici compiacenti sia in termini di conoscenza di dati riservati sia di attivo e concreto intervento sullo svolgimento delle gare e sulle procedure necessarie».
RISCHIO DI NUOVI REATI. Il quadro che ha tracciato la procura, basato sulle indagini a tappeto della squadra mobile di Pescara diretta da Pierfrancesco Muriana, ha messo a nudo, secondo l'accusa, «la capacità criminale degli indagati, la capillare diffusione del sistema illecito di gestione degli appalti pubblici da loro adottato e la conseguente, totale, compromissione della legalità in un settore vitale per l'economia pubblica».
In questo scenario, i sette arresti per corruzione scattati lunedì scorso si sono resi necessari perché il gip dell'Aquila, condividendo le conclusioni della procura, ha ritenuto sussistente - «nel massimo grado» - il pericolo di reiterazione del reato. Vediamo perché, nell'ottica del giudice.
MEZZI ILLECITI. Scrive il giudice Marco Billi: «Gli imprenditori favoriti (Gruttadauria, Teodoro, Corrado Troiano) hanno mostrato totale consapevolezza dei mezzi illeciti impiegati per il raggiungimento dello scopo comune. In particolare, si è visto come, in alcune delle conversazioni intercorse tra Gruttadauria e la moglie Teodoro, i coniugi abbiano fornito inconsapevolmente le linee operative di massima del sistema corrotto di gestione degli appalti pubblici dal quale il loro gruppo imprenditoriale ha tratto consistenti benefici economici».
Indicative, secondo l'accusa, sono le conversazioni nelle quali Teodoro si rammarica per aver effettuato un ribasso eccessivo per far aggiudicare la gara Ipa Adriatico a Ecosfera (con conseguente eccessiva riduzione dei margini di profitto) o per non essere stati favoriti nelle cosiddette estensioni (che, al contrario, avevano premiato la Cyborg srl di Troiano) e il marito le spiega che bisogna sapersi accontentare e che il sistema è predisposto per beneficiare tutti a rotazione.
LE NORME ABROGATE. Ancora il gip: «Chiara è la consapevolezza da parte di Gruttadauria - e le risultanze investigative consentono di ritenere che tale convincimento non è troppo distante dalla realtà - che nel "mondo" degli appalti e delle commesse pubbliche non vi è, allo stato, un modo lecito per emergere, e che risultano di fatto abrogate le norme giuridiche preposte ed è possibile conseguire successi solo attraverso legami illeciti con i politici di riferimento».
Alcuni imprenditori, secondo una sorta di turnazione che opera anche nella ripartizione illecita degli affari pubblici, sono risultati di volta in volta esclusi da scelte che hanno premiato la concorrenza, come risulta dagli sfoghi registrati durante le intercettazioni.
IL SISTEMA. «E' apparso di solare evidenza, tuttavia», registra il gip, come il rammarico degli "esclusi" fosse limitato al singolo episodio che li vedeva sfavoriti (anche se Gruttadauria ha tentato di spiegare alla moglie che la turnazione negli affari era necessaria) o fosse incentrato su richieste di contropartite corruttive da parte di funzionari pubblici ritenute particolarmente odiose e arroganti, come dimostra il riferimento al cavallo di Caligola nella conversazione tra Gruttadauria e la Teodoro, dal quale l'inchiesta ha tratto il nome.
Il rammarico di tali imprenditori, però, «non è mai sfociato in una disinteressata critica al sistema nel quale, al contrario, essi sono risultati inseriti e del quale risultano aver fatto la loro ragione imprenditoriale».
IL RUOLO DI ANDREOLA. Ancora più dei politici, in questa inchiesta assumono un ruolo decisivo - «in tale meccanismo patologico di attribuzione degli appalti», scrive il gip - i pubblici funzionari come la Andreola.
Recita l'ordinanza di custodia cautelare: «E' emerso come quest'ultima abbia reiteratamente violato le regole di trasparenza e di buon andamento della pubblica amministrazione. Ciò sia al momento della scelta dei componenti della commissione, sia nel consigliare in maniera ossessiva al vertice di Ecosfera (e a Quarta) di operare un sensibile ribasso al momento dell'offerta economica, sia al momento della sostituzione della polizza fideiussoria. L'assistenza, da parte del pubblico funzionario, al privato (Ecosfera spa e Cyborg srl) è stata assoluta e costante. Tale assistenza, peraltro, è apparsa reciproca, come quando la Andreola si è consultata con la Teodoro (Ecosfera) su quale fosse la strada da percorrere per gestire l'acquisto o l'implementazione di un software».
FINE PUBBLICO ASSENTE. La conclusione del gip è desolante: «Totalmente assente, per quanto emerso dall'attività di indagine, appare l'aspetto (l'unico, peraltro, dovuto in ragione dell'ufficio ricoperto) del perseguimento del fine pubblico e dell'interesse collettivo. Sconcerta in proposito, anche se il dato appare tanto ripetitivo da sembrare ormai la norma, l'assoluto difetto, nelle conversazioni degli indagati, di valutazioni dei singoli progetti sul piano tecnico, della funzionalità rispetto all'interesse pubblico da perseguire, dell'efficacia per il bacino di utenza di riferimento. Manca un disegno politico in senso nobile e autentico che orienti le scelte sulla base dell'interesse collettivo. Tutte le scelte, al contrario, sono risultate mosse da ragioni di carattere economico e di massimizzazione dell'interesse privato di volta in volta perseguito. L'alacre attività di Vanna Andreola è risultata sincronizzata con quella di Lamberto Quarta che, con la contropartita della nomina a consulente di Ecosfera, ha svolto l'essenziale ruolo di anello di collegamento tra gli interessi imprenditoriali e il referente pubblico e politico».
IL DIALOGO REGISTRATO.
Teodoro: però, adesso...noi che abbiamo 140 milioni di euro da gestire...se tu dici a tutti questi...bene...adesso non c'è più cosa...promuovete!...Ma questi fanno come gli altri...prendono un contratto da 100 mila euro...da 70 mila euro...perché questa è la linea.
Gruttadauria: no, centomila, 70 mila, siccome tu dici che...
Teodoro: eh, ma chi ti gestisce i 140 milioni di euro?...Che è il nostro budget di commessa da gestire dei fondi comunitari...
Ed ecco un'altra conversazione tra i coniugi, registrata dalla polizia di Pescara.
Teodoro:...io sono propensa...io ci dovrei quasi arrivare...senza troppe difficoltà, a dare metà del costo della casa... e quindi i miei risparmi all'estero si riducono a zero. Io mando i soldi all'estero comunque perché...è bene che vadano all'estero...no?...però, di fatto, non sono miei ma tuoi.
Gruttadauria: comunque tieni presente che una parte dei soldi della casa...tu l'hai già pagata.
Teodoro: sì? Quando?
Gruttadauria:...perché una quota di arretrati...sono andati su quel conto e se ti dico...aggiungerei molto conveniente...
Secondo l'accusa, «gli indagati hanno dimostrato la loro attività (sia pubblica sia privata) al conseguimento di interessi patrimoniali in maniera illecita, agendo in sperimentata sincronia per condizionare in anticipo gare pubbliche e orientare verso i fini perseguiti il flusso del denaro pubblico».
Hanno agito in maniera sistematica «a tappeto, sfruttando ogni opportunità connessa a finanziamenti comunitari o, comunque, pubblici e avvalendosi dell'essenziale apporto di funzionari pubblici compiacenti sia in termini di conoscenza di dati riservati sia di attivo e concreto intervento sullo svolgimento delle gare e sulle procedure necessarie».
RISCHIO DI NUOVI REATI. Il quadro che ha tracciato la procura, basato sulle indagini a tappeto della squadra mobile di Pescara diretta da Pierfrancesco Muriana, ha messo a nudo, secondo l'accusa, «la capacità criminale degli indagati, la capillare diffusione del sistema illecito di gestione degli appalti pubblici da loro adottato e la conseguente, totale, compromissione della legalità in un settore vitale per l'economia pubblica».
In questo scenario, i sette arresti per corruzione scattati lunedì scorso si sono resi necessari perché il gip dell'Aquila, condividendo le conclusioni della procura, ha ritenuto sussistente - «nel massimo grado» - il pericolo di reiterazione del reato. Vediamo perché, nell'ottica del giudice.
MEZZI ILLECITI. Scrive il giudice Marco Billi: «Gli imprenditori favoriti (Gruttadauria, Teodoro, Corrado Troiano) hanno mostrato totale consapevolezza dei mezzi illeciti impiegati per il raggiungimento dello scopo comune. In particolare, si è visto come, in alcune delle conversazioni intercorse tra Gruttadauria e la moglie Teodoro, i coniugi abbiano fornito inconsapevolmente le linee operative di massima del sistema corrotto di gestione degli appalti pubblici dal quale il loro gruppo imprenditoriale ha tratto consistenti benefici economici».
Indicative, secondo l'accusa, sono le conversazioni nelle quali Teodoro si rammarica per aver effettuato un ribasso eccessivo per far aggiudicare la gara Ipa Adriatico a Ecosfera (con conseguente eccessiva riduzione dei margini di profitto) o per non essere stati favoriti nelle cosiddette estensioni (che, al contrario, avevano premiato la Cyborg srl di Troiano) e il marito le spiega che bisogna sapersi accontentare e che il sistema è predisposto per beneficiare tutti a rotazione.
LE NORME ABROGATE. Ancora il gip: «Chiara è la consapevolezza da parte di Gruttadauria - e le risultanze investigative consentono di ritenere che tale convincimento non è troppo distante dalla realtà - che nel "mondo" degli appalti e delle commesse pubbliche non vi è, allo stato, un modo lecito per emergere, e che risultano di fatto abrogate le norme giuridiche preposte ed è possibile conseguire successi solo attraverso legami illeciti con i politici di riferimento».
Alcuni imprenditori, secondo una sorta di turnazione che opera anche nella ripartizione illecita degli affari pubblici, sono risultati di volta in volta esclusi da scelte che hanno premiato la concorrenza, come risulta dagli sfoghi registrati durante le intercettazioni.
IL SISTEMA. «E' apparso di solare evidenza, tuttavia», registra il gip, come il rammarico degli "esclusi" fosse limitato al singolo episodio che li vedeva sfavoriti (anche se Gruttadauria ha tentato di spiegare alla moglie che la turnazione negli affari era necessaria) o fosse incentrato su richieste di contropartite corruttive da parte di funzionari pubblici ritenute particolarmente odiose e arroganti, come dimostra il riferimento al cavallo di Caligola nella conversazione tra Gruttadauria e la Teodoro, dal quale l'inchiesta ha tratto il nome.
Il rammarico di tali imprenditori, però, «non è mai sfociato in una disinteressata critica al sistema nel quale, al contrario, essi sono risultati inseriti e del quale risultano aver fatto la loro ragione imprenditoriale».
IL RUOLO DI ANDREOLA. Ancora più dei politici, in questa inchiesta assumono un ruolo decisivo - «in tale meccanismo patologico di attribuzione degli appalti», scrive il gip - i pubblici funzionari come la Andreola.
Recita l'ordinanza di custodia cautelare: «E' emerso come quest'ultima abbia reiteratamente violato le regole di trasparenza e di buon andamento della pubblica amministrazione. Ciò sia al momento della scelta dei componenti della commissione, sia nel consigliare in maniera ossessiva al vertice di Ecosfera (e a Quarta) di operare un sensibile ribasso al momento dell'offerta economica, sia al momento della sostituzione della polizza fideiussoria. L'assistenza, da parte del pubblico funzionario, al privato (Ecosfera spa e Cyborg srl) è stata assoluta e costante. Tale assistenza, peraltro, è apparsa reciproca, come quando la Andreola si è consultata con la Teodoro (Ecosfera) su quale fosse la strada da percorrere per gestire l'acquisto o l'implementazione di un software».
FINE PUBBLICO ASSENTE. La conclusione del gip è desolante: «Totalmente assente, per quanto emerso dall'attività di indagine, appare l'aspetto (l'unico, peraltro, dovuto in ragione dell'ufficio ricoperto) del perseguimento del fine pubblico e dell'interesse collettivo. Sconcerta in proposito, anche se il dato appare tanto ripetitivo da sembrare ormai la norma, l'assoluto difetto, nelle conversazioni degli indagati, di valutazioni dei singoli progetti sul piano tecnico, della funzionalità rispetto all'interesse pubblico da perseguire, dell'efficacia per il bacino di utenza di riferimento. Manca un disegno politico in senso nobile e autentico che orienti le scelte sulla base dell'interesse collettivo. Tutte le scelte, al contrario, sono risultate mosse da ragioni di carattere economico e di massimizzazione dell'interesse privato di volta in volta perseguito. L'alacre attività di Vanna Andreola è risultata sincronizzata con quella di Lamberto Quarta che, con la contropartita della nomina a consulente di Ecosfera, ha svolto l'essenziale ruolo di anello di collegamento tra gli interessi imprenditoriali e il referente pubblico e politico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA