PESCARA
Emergenza in tre reparti per il picco dell’influenza
In difficoltà Geriatria, Pediatria e Medicina. I posti letto non bastano più
PESCARA. Si spopolano le scuole e rallenta il lavoro negli uffici: è l’influenza che in questi primi giorni di febbraio sta toccando il suo picco in tutta Italia colpendo quasi 800mila persone solo la settimana passata, tre milioni e mezzo dallo scorso ottobre. Un’emergenza che, a Pescara, si è spostata anche in ospedale in particolare nei reparti delle categorie più a rischio, bambini e anziani. Dunque in Pediatria e Geriatria e, di riflesso anche in Medicina, con il pronto soccorso oberato più del solito insieme agli operatori del 118. Il bollettino di ieri mattina, nero più dei soliti lunedì (la domenica non si fanno dimissioni), raccontava che in Geriatria a fronte di 52 posti letto erano ricoverati 66-68 persone, di cui una decina posizionate lungo i corridoi. Almeno una quindicina in più, rispetto ai 34 posti letto, in Medicina; dieci in più, rispetto ai 20 posti letto, anche in Pediatria, reparto letteralmente preso d’assalto lo scorso fine settimana, con decine di bambini visitati e rimandati a casa perché comunque non presentavano segni di particolari complicanze.
«Questa influenza, oltre alla febbre alta che non risponde subito al paracetamolo», spiega la dottoressa Rita Greco, responsabile del reparto in questi giorni «stracolmo», «può provocare una grande astenia, un senso di spossatezza nei bambini, che è poi quello che allarma maggiormente i genitori, su cui bisogna intervenire. Ma se c’è solo la febbre alta», sottolinea la dottoressa, «è consigliabile contattare il pediatra di famiglia piuttosto che venire in ospedale dove, com’è successo lo scorso fine settimana, i bambini che non hanno complicanze vengono visitati e rimandati a casa. Bisogna stare allerta se il piccolo è sonnolento, abbattuto, disidratato, l’idratazione è la cosa più importante».Un’emergenza generale a cui la Asl sta cercando di far fronte rastrellando posti letto dove possibile: 12, ad esempio, come riferisce il direttore sanitario Rossano Di Luzio, quelli ricavati per Medicina in un’altra ala dell’ospedale, con un innesto di personale, di 8-10 infermieri, “arruolati” tramite agenzia interinale fino al 31 marzo, proprio per fronteggiare i tre mesi clou dell’influenza, gennaio compreso.
Un picco influenzale che riguarda tutti e che quindi si riversa anche negli altri ospedali della Asl. Circostanza, questa, che non consente al pronto soccorso pescarese di dirottare altrove (come nei mesi estivi) i tantissimi pazienti che si rivolgono all’ospedale civile Pescara in questi giorni.
«Da noi stanno finendo proprio gli spazi fisici per i ricoveri», riferisce il primario di Geriatria, Emilio Simeone, «qualche posto in più, indirettamente, lo abbiamo ottenuto a Pneumologia dove mandiamo alcuni dei pazienti con gravi complicazioni respiratorie. Ma siamo comunque stracolmi». Che poi, per gli anziani, sono soprattutto le patologie respiratorie ad aggravare il quadro dell’influenza. «Parliamo di polmoniti, broncopolmoniti, casi gravati da un altissimo tasso di mortalità», riferisce lo specialista, «perché in un anziano, giù gravato da altre patologie, l’influenza con le sue complicanze va a colmare la misura. E di fronte a un quadro simile il paziente va comunque portato in ospedale. C’è poco da fare».
Il risultato è un sovraffollamento che nei giorni scorsi ha fatto lievitare fino a 70 i ricoveri in Geriatria dove il personale continua a fare i salti mortali per far fronte a un’emergenza che in questi giorni di influenza non consente neanche di alleggerire il carico con i trasferimenti in altre strutture. Tutto pieno. Penne compresa, dove la stessa Asl è riuscita a recuperare altri dieci posti letto anche al San Massimo. Ma il monito della Asl resta sempre lo stesso: «Utilizzate l’ospedale solo per necessità, di fronte a gravi complicanze. L’influenza, in quanto tale, si può curare a casa, sotto la guida del medico o del pediatra di base».
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