Estate con il ballo dell’orso sulla montagna abruzzese
PESCASSEROLI. Benvenuti al ballo dell’orso. Benvenuti dove l’orso è tutelato ed è uno spot gratuito per il turismo al punto da far di un colpo riempire le camere di hotel e b&b nell’affluenza tutta...
PESCASSEROLI. Benvenuti al ballo dell’orso. Benvenuti dove l’orso è tutelato ed è uno spot gratuito per il turismo al punto da far di un colpo riempire le camere di hotel e b&b nell’affluenza tutta italiana del dopo covid. Sì, qui l’orso balla, è possibile vederlo nelle riprese delle fototrappole e i più fortunati direttamente a occhio nudo: ricorda Baloo, l’orso del cartone Disney “Il libro della giungla”. Lo fa con un albero-grattatoio.
«Si mette così», spiega una guida simulando la grattatina. La guida, Marco, si sottopone alla prova divertente: si abbassa sotto l’albero e si muove imitando la strofinata prima di fianco, poi con il petto e infine di schiena. Su e giù. E non importa se sul tronco siano stati collocati dei fili di alluminio con dei risvolti verso l’esterno. «L’orso», spiega Marco, «con la sua folta pelliccia, li sente quel tanto per provare sollievo: per lui è una goduria».
Gli alberi sono scrupolosamente segnati su una mappa e oltre a eliminare il prurito, rappresentano un modo di comunicare. L’orso, soprattutto il maschio, vi lascia il proprio odore e lì torna non di rado, come una sorta di marchiatura. E gli alberi-grattatoi diventano utili per rilevare i campioni di pelo ed effettuare il monitoraggio genetico degli animali.
“Sulle tracce dell’orso” si può più che mai chiamare questa estate abruzzese che fa registrare il boom – confermato anche dai dati della Regione – delle presenze in montagna rispetto a quelle sulla costa.
«Ci ha colto di sorpresa, dopo la fine dell’emergenza sanitaria sono cominciate ad arrivare tantissime richieste, per le quali, come tanti, non eravamo pronti. Ci siamo organizzati, abbiamo fatto tutto da soli e stiamo lavorando a mille», racconta Umberto Esposito della Wildlife Adventures di Pescasseroli. Umberto organizza tour, gite, escursioni in ogni dove sfruttando le risorse naturali che offre il Parco nazionale Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). Opi, Bisegna, Civitella Alfedena, Barrea e Villetta Barrea tanti i comuni coinvolti. Le guide – a Pescasseroli c’è anche la storica Ecotur – ti accompagnano per sentieri, boschi, dirupi, fino alla faggete vetuste e ai rifugi (molto richiesti). Qui cucinano e puoi anche dormirci. Ma in quest’ultimo caso ti perderesti il rientro notturno con le torce e sotto un cielo stellato che poche volte si ha l’occasione di osservare. Ma soprattutto puoi considerarti fortunato se riesci a vedere gli orsi in questo itinerario fatto di lunghi silenzi, panorami mozzafiato, e colori ubriacanti. Altrimenti ti “devi accontentare” di quel che passa ordinariamente la montagna abruzzese: volpi che si lasciano accarezzare; di qualche leprotto che ti passa fra le gambe; di cervi e camosci guardinghi e delle tracce lasciate da qualche lupo.
Una immersione nel cuore degli Appennini che piace sempre di più, in un’estate in cui la montagna abruzzese sta recitando, animata dalla passione dei privati, finalmente un ruolo di primo piano rosicchiando anche fette di mercato al turismo del Nord.
«Fra i nuovi arrivi notiamo famiglie che provengono da Emilia e Lombardia: dicono che preferiscono scendere da noi piuttosto che salire ad esempio in Trentino per poter trovare una montagna più selvaggia e un clima più favorevole, dove le piogge si manifestano con meno violenza».
Ma a dare quell’impulso e a fare la differenza quest’anno c’è, inutile nasconderlo, anche il fattore Covid. In Abruzzo c’è l’idea di una regione che è stata meno colpita dal virus rispetto ad altre del Nord. Dove la natura si può vivere a stretto contatto, adottando le precauzioni di sempre, ma senza angoscia. E le escursioni si moltiplicano. A piedi, a cavallo, in bicicletta e molto spesso si trasformano in occasioni didattiche in quel cerchio ideale che parte dalla economia conservativa e passa per la sensibilizzazione verso il rispetto degli animali. Qualche esempio?
«Non date da mangiare alle volpi», istruisce Valeria, guida ambientale, una dei giovani rimasti a Pescasseroli e che hanno abbracciato la causa della montagna trovando lavoro. «Le volpi devono restare selvagge, non devono essere addomesticate: il cibo che ricevono dai turisti, pane o formaggio che sia, è per loro nocivo, e se qualcuno glielo offre non fa certo loro del bene». Altro esempio: vietato parlare ad alta voce durante le gite: «È come se entrassimo in casa degli animali e non dobbiamo disturbarli. Li faremmo soltanto spaventare e quindi scappare. Che è l’ultima cosa che vorremmo, visto che poterli osservare è sempre il primo obiettivo di chi viene da questa parti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Si mette così», spiega una guida simulando la grattatina. La guida, Marco, si sottopone alla prova divertente: si abbassa sotto l’albero e si muove imitando la strofinata prima di fianco, poi con il petto e infine di schiena. Su e giù. E non importa se sul tronco siano stati collocati dei fili di alluminio con dei risvolti verso l’esterno. «L’orso», spiega Marco, «con la sua folta pelliccia, li sente quel tanto per provare sollievo: per lui è una goduria».
Gli alberi sono scrupolosamente segnati su una mappa e oltre a eliminare il prurito, rappresentano un modo di comunicare. L’orso, soprattutto il maschio, vi lascia il proprio odore e lì torna non di rado, come una sorta di marchiatura. E gli alberi-grattatoi diventano utili per rilevare i campioni di pelo ed effettuare il monitoraggio genetico degli animali.
“Sulle tracce dell’orso” si può più che mai chiamare questa estate abruzzese che fa registrare il boom – confermato anche dai dati della Regione – delle presenze in montagna rispetto a quelle sulla costa.
«Ci ha colto di sorpresa, dopo la fine dell’emergenza sanitaria sono cominciate ad arrivare tantissime richieste, per le quali, come tanti, non eravamo pronti. Ci siamo organizzati, abbiamo fatto tutto da soli e stiamo lavorando a mille», racconta Umberto Esposito della Wildlife Adventures di Pescasseroli. Umberto organizza tour, gite, escursioni in ogni dove sfruttando le risorse naturali che offre il Parco nazionale Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). Opi, Bisegna, Civitella Alfedena, Barrea e Villetta Barrea tanti i comuni coinvolti. Le guide – a Pescasseroli c’è anche la storica Ecotur – ti accompagnano per sentieri, boschi, dirupi, fino alla faggete vetuste e ai rifugi (molto richiesti). Qui cucinano e puoi anche dormirci. Ma in quest’ultimo caso ti perderesti il rientro notturno con le torce e sotto un cielo stellato che poche volte si ha l’occasione di osservare. Ma soprattutto puoi considerarti fortunato se riesci a vedere gli orsi in questo itinerario fatto di lunghi silenzi, panorami mozzafiato, e colori ubriacanti. Altrimenti ti “devi accontentare” di quel che passa ordinariamente la montagna abruzzese: volpi che si lasciano accarezzare; di qualche leprotto che ti passa fra le gambe; di cervi e camosci guardinghi e delle tracce lasciate da qualche lupo.
Una immersione nel cuore degli Appennini che piace sempre di più, in un’estate in cui la montagna abruzzese sta recitando, animata dalla passione dei privati, finalmente un ruolo di primo piano rosicchiando anche fette di mercato al turismo del Nord.
«Fra i nuovi arrivi notiamo famiglie che provengono da Emilia e Lombardia: dicono che preferiscono scendere da noi piuttosto che salire ad esempio in Trentino per poter trovare una montagna più selvaggia e un clima più favorevole, dove le piogge si manifestano con meno violenza».
Ma a dare quell’impulso e a fare la differenza quest’anno c’è, inutile nasconderlo, anche il fattore Covid. In Abruzzo c’è l’idea di una regione che è stata meno colpita dal virus rispetto ad altre del Nord. Dove la natura si può vivere a stretto contatto, adottando le precauzioni di sempre, ma senza angoscia. E le escursioni si moltiplicano. A piedi, a cavallo, in bicicletta e molto spesso si trasformano in occasioni didattiche in quel cerchio ideale che parte dalla economia conservativa e passa per la sensibilizzazione verso il rispetto degli animali. Qualche esempio?
«Non date da mangiare alle volpi», istruisce Valeria, guida ambientale, una dei giovani rimasti a Pescasseroli e che hanno abbracciato la causa della montagna trovando lavoro. «Le volpi devono restare selvagge, non devono essere addomesticate: il cibo che ricevono dai turisti, pane o formaggio che sia, è per loro nocivo, e se qualcuno glielo offre non fa certo loro del bene». Altro esempio: vietato parlare ad alta voce durante le gite: «È come se entrassimo in casa degli animali e non dobbiamo disturbarli. Li faremmo soltanto spaventare e quindi scappare. Che è l’ultima cosa che vorremmo, visto che poterli osservare è sempre il primo obiettivo di chi viene da questa parti».
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