Ex Cofa, dal degrado agli alberghi

Svolta per l'immobile, la Camera di commercio vicina all'acquisto

PESCARA. Basta salire sul ponte del Mare per vedere un'altra Pescara. Sporcizia e rifiuti ovunque. Capannoni abbandonati rifugio di senzatetto. Tetti in amianto sgretolati negli anni. Questa è l'ex Cofa, l'area più prestigiosa della città. Quattro ettari di terreno, incastonati come un brillante grezzo, in una delle zone più belle e strategiche di Pescara, su cui nessuno finora è riuscito a mettere le mani.

Un'area ambitissima, a due passi dal porto turistico, che scatena da anni gli appetiti di facoltosi palazzinari, prestigiosi costruttori e amministrazioni locali di qualsiasi schieramento politico. Ma dal 2002, anno in cui il mercato ortofrutticolo ha mollato tutto per trasferirsi nel complesso avveniristico di Cepagatti, l'ex Cofa si è cristallizzata, come in un incantesimo. Tutto è rimasto come è stato lasciato otto anni fa dai commercianti all'ingrosso. Si possono trovare persino i vecchi rifiuti lasciati da qualche operatore prima di andare via. Nessuno ha fatto più niente.

Sono caduti nel vuoto anche i tentativi di bonificare quell'area. La precedente amministrazione comunale, nel 2007, fece addirittura un'ordinanza per costringere la Regione, proprietaria dell'area, a togliere le pericolose lastre in Eternit utilizzate per la copertura dei capannoni. Quegli edifici che ospitavano il mercato, costruiti più di 50 anni fa, ora si stanno sbriciolando.

Intanto, si susseguono le proposte di enti pubblici e imprenditori privati per la riqualificazione di quella zona. Il Comune ha vincolato l'ex mercato ortofrutticolo inserendolo in un piano particolareggiato, di cui non ha ancora dato attuazione. «Abbiamo tempo altri due anni», ha spiegato ieri l'assessore all'urbanistica Marcello Antonelli, «dopodiché, scadranno i vincoli fissati nel prg».

Ma, nel frattempo, prosegue la trattativa tra la Regione e la Camera di commercio, guidata da Daniele Becci, interessata a comprare quell'area per rilanciare il porto turistico. L'intesa tra venditore e acquirente è stata già raggiunta. L'ente camerale, che ha acquisito un piccolo pezzo di area, ha lanciato un'offerta per acquistare altri 23mila metri quadrati di terreno per una spesa di 10 milioni 291mila euro, cioè 447,4 euro al metro quadrato.

Il negoziato, però, ha subìto una battuta d'arresto dopo i rilievi mossi dall'ufficio regionale competente, il quale ha fatto presente in una nota l'impossibilità di procedere ad una alienazione diretta dell'area senza il ricorso ad un'asta pubblica. Ora, gli esperti dei due enti sono al lavoro per studiare una soluzione e dall'ultimo incontro, che si è svolto la scorsa settimana, sono emersi segnali positivi al riguardo.

Il progetto della Camera di commercio rispetta, tra l'altro, quanto prevede il prg per quell'area. Becci ha già svelato cosa vorrebbe farci: la realizzazione di un grande albergo e di altre strutture ricettive a servizio del vicino porto turistico.

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